Regolamento CPC, possibile il blocco dei siti web

Il nuovo regolamento europeo che tutela i consumatori potrebbe essere utilizzato per chiedere il blocco di un sito web, senza autorizzazione del giudice.
Regolamento CPC, possibile il blocco dei siti web
Il nuovo regolamento europeo che tutela i consumatori potrebbe essere utilizzato per chiedere il blocco di un sito web, senza autorizzazione del giudice.

Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato il nuovo regolamento che attribuisce maggiori poteri alle autorità nazionali per quanto riguarda la tutela dei consumatori. Tra i vari emendamenti al testo originario proposto dalla Commissione Europea c’è anche quello che consente alle autorità di bloccare l’accesso ai siti web senza nessuna autorizzazione giudiziaria.

In base al nuovo regolamento CPC (Consumer Protection Cooperation), le varie agenzie nazionali possono eseguire diverse azioni per proteggere il consumatore, come chiedere informazioni agli ISP e alle banche per identificare il commerciante disonesto, simulare acquisti per verificare le condizioni post-vendita o bloccare l’accesso ai siti web usati per tentativi di truffa. Quest’ultima “regola” è stata proposta dai governi degli stati membri durante una seduta del Consiglio Europeo e successivamente adottata dal Parlamento Europeo. L’europarlamentare Julia Reda del Piratenpartei Deutschland ha tentato invano di eliminare questo potere dal testo finale, suggerendo invece la rimozione dei contenuti che violano le leggi in vigore.

Durante l’iter che ha portato alla versione finale, il regolamento ha subito diverse modifiche, tre delle quali giudicate negativamente da Julia Reda. La proposta originaria dava alle autorità nazionali il potere di obbligare il commerciante a risarcire il consumatore. Tale compensazione è stata eliminata e soggetta all’iniziativa volontaria del singolo commerciante. Nel testo finale è stato anche eliminato il potere di chiedere ai commercianti la restituzione dei profitti illeciti. È rimasto invece il potere di bloccare l’accesso ai siti web.

In pratica, le autorità possono ordinare agli ISP di impedire l’accesso ad un sito in tutta l’Unione Europea. L’europarlamentare tedesca teme però che, senza nessuna autorizzazione giudiziaria, tale potere possa essere utilizzato anche in altri settori. Ad esempio, il nuovo regolamento potrebbe essere applicato per bloccare l’accesso ai siti che pubblicano materiale protetto dal diritto d’autore. Per questo tipo di azione si dovrebbe richiedere preventivamente un mandato del giudice.

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