Il viceministro Antonio Catricalà ha illustrato alla Commissione VII – Cultura della Camera l’attività del governo nel settore delle comunicazioni. Una breve relazione dove la Rete ha uno spazio rilevante: secondo l’ex garante della concorrenza è quasi scontato che i colossi di Internet diventino gli unici interlocutori per la distribuzione degli audiovisivi nel prossimo futuro. Ma la tutela dell’eccezione culturale non può passare da sole leggi sul copyright.
La RELAZIONE di Caticralà è appena stata rilasciata dal sito del MISE. Nell’audizione alla Commissione (qui il video) l’ex magistrato e oggi politico italiano (sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri durante il governo Monti) ha sottolineato un concetto importante («è necessario assicurare una concorrenza reale tra web e televisione») già suggerito a più alti livelli dal commissario Neelie Kroes, ma con una punta di tutelarismo in più:
E' online la relazione programmatica Comunicazioni del VM @a_catricala. Commissione VII della Camera. #opencamera http://t.co/MAQ8oT3uOg
— MIMIT (@mimit_gov) June 19, 2013
Dobbiamo creare le condizioni per garantire un sistema della comunicazione dove Internet sia inserito in un quadro giuridico e fiscale rispettoso dei diritti della privacy e della concorrenza, per finire alla tutela della proprietà intellettuale.
Secondo il vice ministro questa tutela deve essere vista però dentro un cambiamento che vede anche i broadcast tradizionali sfruttare la Rete con i loro portali, di cui però si avverte «l’asimmetria oggi esistente in favore degli over the top nei confronti del mondo delle tlc».
La tutela dei consumi su Internet
Il documento presentato in commissione dedica un capitolo anche al consumo editoriale online, che viene diviso in due parti: i problemi di valorizzazione dei contenuti editoriali – e viene alla mente la proposta di Giovanni Legnini su Google News – e quella, di tutt’altro genere, della pirateria:
Va dunque perseguito l’obiettivo di creare un ambiente informativo aperto, in modo da non comprimere la libertà di circolazione delle idee, in una cornice di regole chiare.
Un documento più radiotelevisivo
La relazione di Catricalà è in ogni caso molto più sensibile al tema del radiotelevisivo, ben noto al politico, a cui dedica diverse pagine. Il tema del nuovo contratto di servizio della Rai è delicatissimo, e fra PD, M5S e PDL non ci sono molti punti in comune, per non parlare della questione frequenze. Forse è questa la debolezza principale del documento, molto diverso da quello più diretto e implicato nel web del garante della privacy nel suo intervento, sempre alla Camera. La conclusione è comunque affidata a un concetto importante: pianificare, realizzare e normare delle infrastrutture di comunicazione serve a consentire l’esercizio dei diritti di cittadinanza, non ad altro.