C’è una Renault Scenic, targa BJ210EP, che sta seminando terrore in tutta Italia. O almeno così dev’essere, perché proprio la medesima Renault Scenic targata BJ210EP viene segnalata a Lucca come a Vicenza, a Roma come a Palermo, a Brindisi come a Belluno. L’autista è di volta in volta differente, ma con tratti comuni in ogni caso: è un malfattore che sta attentando alle case degli italiani, un truffatore professionista, un pericoloso malvivente, spesso è uno straniero, a volte tutte queste cose assieme. Attenzione alla Renault Scenic targata BJ210EP, insomma: lo dicono su WhatsApp.
Fallo girare sono truffatori si spacciano per dipendenti di Enel Energia, attenzione sono zingari. Viaggiano su una Renault Scenic targata BJ 210 EP sono pluri ricercati. Fare girare num targa a più gente possibile. Grazie
Attenzione zingari in valle viaggiano su una Renaul Scenic targata BJ 210 EP se li vedete avvisate i carabinieri. Hanno già commesso furti. Sono pluri ricercati. Fate girare targa a più gente possibile. Grazie.
attenzione!! Zingari. viaggiano su una Renault scenic targata BJ2010EP sono pluri ricercati. fare girare num.targa a più gente possibile. Grazie!!!!!
La bufala della Renault targata BJ210EP
Tra le molte bufale che circolano, questa è forse tra le più diffuse del momento. Non è nuova, in realtà: da mesi compare a periodi alterni, trovando nuove sacche e nuove forme, ma mantenendo la sua essenza: rimane la targa, rimane la paura, rimane la carica virale che la tiene in vita. Negli ultimi giorni, però, l’ennesima accelerazione si è fatta notare e alcune aggiunte al canovaccio solito hanno reso il caso ancor più periglioso.
E siccome qualsivoglia smentita (nonché un minimo di logica) non viene ascoltata, ben ha fatto la Polizia Postale a metterci su una sentenza definitiva da segnalare a quanti ancora si ostinano a perpetrare il messaggio della Renault. Il caso ha infatti assunto anche profili pericolosi nel momento in cui il messaggio è stato in alcuni casi anche affiancato ad una serie di fotografie. Spiega la Polizia tramite il proprio progetto “Una vita da social”:
Si è rivelata una bufala l’allarme scatenato tra ieri e oggi da un messaggio WhatsApp che invitava a diffidare di due falsi impiegati Enel con tanto di foto. Purtroppo le foto ritraggono persone realmente dipendenti dell’azienda Enel energia e ciò ha arrecato agli stessi anche il pericolo di essere malmenati con la diffusione di tale notizia. Isoliamo questi irresponsabili e prima di viralizzare gli allarmi verificate o chiedete a noi. Le persone coinvolte loro malgrado sono state costrette a recarsi negli uffici della polizia postale di Salerno a sporgere denuncia.
A dimostrazione di quanto esteso sia il fenomeno, è sufficiente cercare la targa su Google per impattare in innumerevoli pagine. Una di queste è particolarmente interessante: decine e decine di segnalazioni della targa, con tanto di ventilate verifiche atte ad accertare che non si tratta di una Renault Scenic ma di una Range Rover. Decine e decine di persone, insomma, che approfondiscono il tema dopo aver probabilmente ricevuto e perpetrato il messaggio. Una ricerca, però, orizzontale e basata semplicemente sullo scambio di opinioni e segnalazioni, in un sistema entro cui non viene inoculata alcuna attendibilità. La fonte rimane il chiacchiericcio ad ogni rimando, producendo rumore di fondo che si autoviralizza.
La ricetta della bufala
Se la bufala della Renault Scenic ha preso piede, è per una serie di circostanze che l’hanno resa potente, perfetta per attaccare un sistema fragile:
- la paura è il primo ingrediente. Si tratta della paura del diverso, dello straniero, del malaffare, della truffa. Si tratta di timore per la propria sicurezza, molla che a più riprese ha spianato la strada a politici, potenti, leggi, terrorismi, oppressori, mafie. Oggi succede con una bufala, quasi a ricordarci come la paura rimanga sempre e comunque una backdoor sempre aperta;
- la sfiducia è il secondo ingrediente. Si tratta di una sfiducia latente nei confronti delle autorità, dello Stato, più in generale di una qualsivoglia entità garante, ed è la medesima molla che in altre situazioni ha fatto scattare il desiderio delle ronde e la mobilitazione collettiva. Ci si sente più sicuri tra i propri simili, attivando una positiva leva trasversale che salda i rapporti orizzontali ed erode però negativamente quelli verticali. Ne consegue che, invece di rivolgersi alle autorità, gli utenti prediligono il click facile per “far girare” segnalazioni. Ci si chiude quindi dentro casa, isolando in strada l’idea di un Far West entro cui nessuno farà comunque rispettare la legge. Ed è questa la causa, nonché la conseguenza peggiore, della diffusione viscerale di bufale di questo tipo;
- i dettagli sono il terzo ingrediente. C’è la targa, c’è il tipo di auto, c’è la descrizione del proprietario (a volte l’etnia, a volte la professione). C’è la parvenza di una conoscenza approfondita che rende il messaggio “vicino”, come proveniente da persone realmente informate sui fatti. Una parvenza priva di merito e svuotata di qualsivoglia sostanza, in realtà, visto che il messaggio viaggia di smartphone in smartphone sulle onde gratuite di WhatsApp e attraversa l’Italia più volte al giorno a ritmi ossessivi.
Ed è così che la Renault Scenic targata BJ210EP continua a girare. Non le serve benzina: sono gli italiani a farla girare con la sola forza dei propri smartphone e con la sola motivazione della propria ingenua, inconsapevole e sciocca paura.