La scorsa settimana ha fatto il suo esordio uno dei titoli videoludici più attesi di questo inizio 2017. Si tratta di Resident Evil 7: Biohazard, nuova produzione Capcom destinata a PC e console, che si è affacciata sul mercato con il non semplice compito di riportare la serie ai fasti di un tempo, dopo le ultime uscite che nonostante vendite di buon livello hanno attirato le critiche dei puristi per un gameplay sfacciatamente action.
Stando alle prime recensioni, l’obiettivo sembra essere stato raggiunto: Resident Evil torna a spaventare, come impone l’importanza di un brand che ha contribuito a creare e plasmare il genere dei survival horror. Si tratta del primo capitolo della saga ad essere caratterizzato da una visuale in soggettiva, simile a quella tipica degli sparatutto. Una scelta coraggiosa, che sembra premiata dall’accoglienza della critica, il cui scopo è in primis quello di aumentare il senso di coinvolgimento, poi quello di favorire il supporto alla realtà virtuale. RE7 risulta infatti pienamente compatibile con il visore PlayStation VR di Sony nella versione per PS4.
Dalle statistiche pubblicate sul sito ufficiale emerge che questo approccio sembra essere piuttosto apprezzato dai giocatori: il 9,48% di essi lo sta infatti giocando in realtà virtuale, per un’esperienza totalmente immersiva e il più possibile spaventosa.
La storia narrata in Resident Evol 7: Biohazard è quella del protagonista Ethan Winters. L’uomo per anni ha creduto morta la moglie Mia, fino al ricevimento di un messaggio misterioso che lo porta a viaggiare fino alla villa abitata da una famiglia piuttosto inquietante, i Baker. Lì viene rapito e deve darsi da fare per fuggire, affrontando pericoli di ogni tipo. La longevità si attesta intorno alla decina di ore, più che sufficienti per un titolo in cui la tensione è sempre alta e con ritmi piuttosto serrati.