Il giudice federale Amos Mazzant ha rigettato la causa presentata a marzo 2019 da Huawei contro il governo degli Stati Uniti. Il produttore cinese aveva considerato incostituzionale la decisione di impedire l’utilizzo dei dispositivi Huawei da parte del personale governativo.
Il Congresso degli Stati Uniti aveva deciso di vietare l’acquisto di determinati dispositivi Huawei, in base al National Defense Authorization Act (NDAA) del 2019. Secondo il governo statunitense, il produttore cinese rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale, in quanto avrebbe nascosto backdoor nelle apparecchiature di rete. Huawei ha più volte smentito, affermando inoltre che non sono mai state fornite prove concrete. L’azienda di Shenzhen aveva quindi avviato un’azione legale, ritenendo incostituzionali le restrizioni imposte.
Il giudice ha tuttavia respinto la causa di Huawei, in quanto gli accordi contrattuali con il governo federale rappresentano un privilegio, non un diritto garantito dalla Costituzione. Ciò significa che il Congresso ha agito correttamente nell’ambito dei suoi poteri. La corte ha inoltre sottolineato che il Congresso non vieta a Huawei di fare affari negli Stati Uniti, ma effettua solo un controllo su come il governo spende i soldi dei cittadini.
Un portavoce del produttore cinese ha dichiarato che l’approccio del governo con il NDAA 2019 fornisce un falso senso di protezione, minando i diritti costituzionali di Huawei. Per questo motivo verranno valutate ulteriori opzioni legali. In pratica lo scontro con gli Stati Uniti è destinato a durare a lungo.
Pochi giorni fa, il Dipartimento di Giustizia aveva accusato Huawei di cospirazione e furto di proprietà intellettuale. Il governo statunitense potrebbe inoltre imporre maggiori restrizioni, impedendo alle aziende di fornire le apparecchiature necessarie alla produzione di chip.