Wal Mart, la più grossa catena di supermercati americana, sia in termini di punti vendita sia in termini di fatturato, già da tempo ha ampliato i propri canali distributivi approdando alla vendita online. Ad oggi, con due miliardi di dollari di fatturato all’anno, è il sito di vendita al dettaglio più visitato dopo Amazon.
Se nell’Ottobre scorso la compagnia faceva presente alla comunità degli analisti di aver raddoppiato i propri investimenti internazionali sul settore IT passando da 100 a 200 milioni di dollari, un recente annuncio ha definito in modo più preciso la strategia sul web del colosso americano.
Pare che sia in fase di sviluppo una piattaforma tecnologica di e?commerce globale. Tale piattaforma dovrebbe consentire a Wal Mart di proporre ai propri clienti, non solo sul territorio americano ma anche sui mercati asiatici, tutti i prodotti tradizionalmente proposti nei punti vendita: dai generi alimentari, all’abbigliamento, ai prodotti tecnologici ecc.
Lo sviluppo dell’attività online dovrebbe poi avvenire in sinergia con il canale distributivo tradizionale e il supporto di una serie di call center.
Se a questa notizia aggiungiamo che Tesco, uno dei importanti retailer in Inghilterra, sta ultimamente perseguendo la stessa strategia di espansione sul web a livello mondiale e che Carrefour ha incominciato a vendere online in sei città della Cina, credo possa essere rilevata una tendenza significativa.
Molti dei più importanti attori della grande distribuzione stanno affiancando la vendita sul web al canale distributivo tradizionale. Per intenderci, il “sito” non è più concepito come una “vetrina” sulle attività e i prodotti proposti, ma un vero e proprio e-commerce che viene gestito secondo le logiche competitive e di marketing che caratterizzano la vendita online.
È un’attività complementare che può avere notevoli benefici. Consente di capitalizzare in modo completo un brand conosciuto attorno al quale è stato costruito, con il tempo, un clima di fiducia.
Permette, inoltre, di accedere a nuovi ampi segmenti di clientela tra cui sembrano acquisire sempre maggiore importanza i cittadini dei paesi emergenti e infine, conseguenza non trascurabile, la scelta di vendere online differenzia in senso geografico le fonti di ricavo.
È altrettanto vero, tuttavia, che le logiche competitive sul web si discostano non poco da quelle che caratterizzano l’economia reale e quindi vi sono anche dei rischi. Solo per citare qualche esempio, sul web il vantaggio dei first mover è enorme, la gestione efficiente del processo di delivery ha un importanza determinante cosi come è cruciale il CRM.
A testimonianza delle difficoltà che si possono incontrare può essere portato l’esempio della stessa Wal Mart che, pur con tutti i mezzi di cui dispone, non più di un mese fa ha deciso di chiudere il proprio servizio (lanciato in Febbraio) che offriva il download di film a pagamento.
Credo, quindi, che assisteremo nel prossimo futuro ad una serie di scelte strategiche da parte della Gdo davvero interessanti e ricche di implicazioni gestionali. Online? Offline? Entrambe le soluzioni?