La banda larga mobile è in fortissima espansione come tutti sappiamo, merito soprattutto degli smartphone moderni che richiedono un costante contatto con la rete. Skype, Facebook, Twitter, sono tutte applicazioni che stanno “nelle nostre tasche” a cui noi accediamo in mobilità in ogni momento della giornata sia per svago che per lavoro.
Ma sappiamo anche che la rete mobile è molto satura e più volte gli operatori hanno lanciato l’allarme che la rete è molto provata e che occorrono ingenti fondi per la sua espansione, ma soprattutto servono con urgenza nuove frequenze per avere più spazio nell’etere.
Ma anche ottenere nuove frequenze costa molto, in Italia per esempio tra poco tempo si terrà un’asta in tal senso e il Governo conta già di guadagnarci 2,4 miliardi di euro.
Ma i gestori sembrano dire “no”, perché i soldi sono pochi. Ricordiamo per esempio le parole di Novari, AD Tre Italia, che ha detto di non avere soldi per partecipare all’asta.
E visto che il nostro Governo, ma anche quelli dei Paesi Europei, sembrano non voler concedere sconti, i gestori di telefonia mobile si sono riuniti e hanno presentato a Parigi un documento in cui si ipotizza l’obbligo di una tassa ai produttori di smartphone e a chi fornisce servizi online (Skype, Facebook…) il cui ricavato servirà a finanziare l’espansione dei network mobili.
Il concetto è: “Vi serve sempre più banda di maggiore qualità? Contribuite.” Il documento firmato tra gli altri da Telecom Italia e Vodafone sta già facendo molto discutere, tuttavia non c’è solo il problema degli alti costi delle infrastrutture (che è comunque un reale problema), ma anche un problema politico.
Gli operatori vedono come un pericolo al loro business l’escalation dei servizi online come Skype, Twitter, Facebook… e stanno tentando in qualche modo di poter partecipare pure loro alla divisione dei profitti.
Voi che ne pensate?