Gli Stati Uniti hanno suggerito ai paesi europei di non utilizzare apparecchiature fornite da Huawei per lo sviluppo delle reti 5G. La Commissione Europea ha invece deciso di approvare un “pacchetto di strumenti” che evidenziano i rischi di sicurezza connessi al lancio delle reti di nuova generazione. Nessun ban quindi per il produttore cinese, come aveva consigliato l’amministrazione Trump.
La Commissione aveva presentato un piano d’azione a settembre 2016 per sostenere l’adozione delle reti 5G. In seguito alla richiesta del Consiglio Europeo, la Commissione ha adottato una raccomandazione sulla cybersicurezza delle reti 5G, chiedendo ad ogni stato membro di determinare i possibili rischi e le vulnerabilità a livello nazionale. Il “5G toolbox” approvato ieri contiene una serie di misure che ogni paese dovrà attuare entro il 30 aprile 2020 per garantire la sicurezza delle reti 5G.
La Commissione spiega che il 5G svolgerà un ruolo chiave nello sviluppo dell’economia europea e nella vita digitale dei cittadini. Dato che la tecnologia verrà adottata in ogni settore, compresi quelli dell’energia e del trasporto, occorre individuare i potenziali punti di accesso per attacchi informatici, considerata anche la maggiore dipendenza dal software rispetto al 4G. Anche se ogni singolo paese è responsabile della propria sicurezza nazionale è preferibile un approccio coordinato tra tutti gli stati membri.
Il pacchetto approvato dalla Commissione prevede nove aree di rischio, per le quali sono state definite possibili misure strategiche e tecniche. Gli stati membri dovranno, ad esempio, rafforzare i requisiti di sicurezza per gli operatori mobile, evitare la dipendenza da un unico fornitore e applicare restrizioni ai fornitori considerati ad alto rischio. Anche se nelle linee guida non c’è nessun riferimento ad Huawei sembra piuttosto chiaro che quest’ultima raccomandazione è riferita al produttore cinese.