L’LTE, il così detto 4G, prometteva grandi cose: internet mobile ad alta velocità, streaming in alta definizione e tutto un ecosistema di nuovi servizi di valore aggiunto che avrebbero reso più appagante l’utilizzo dei terminali mobili come smartphone e tablet pc. LTE, una tecnologia che di fatto garantisce, almeno a livello teorico, prestazioni sino a 100 Mbit in download e sino a 50 Mbit in upload, con la possibilità di andare anche oltre quando si adotterà lo standard LTE-A che promette velocità più che doppie.
Dall’asta per l’assegnazione delle frequenze per l’utilizzo dell’LTE che si è svolta nel 2011, sono passati quasi 3 anni e la situazione dello sviluppo delle nuove reti mobili ultra veloci non appare ancora del tutto rosea. Vuoi per la crisi economica, vuoi per gli evidenti altissimi costi dell’implementazione delle nuove infrastrutture, la disponibilità dei nuovi servizi a banda larghissima non è ancora così estesa come ci si sarebbe potuto aspettare. Sopratutto, colpisce molto la differenza del livello di sviluppo delle reti LTE da un’operatore all’altro. Differenze in alcuni casi anche molto marcate.
Espansione dei servizi LTE in Italia
TIM, che si è aggiudicata le frequenze da 800, 1800 e 2600 MHz, è sicuramente l’operatore che al momento sta facendo la differenza in Italia per quanto riguarda i servizi 4G. Grazie ad un forte investimento nelle reti ad ultra banda larga, oggi TIM raggiunge un alto livello di copertura con oltre 651 comuni pari ad oltre il 50% della popolazione con l’obbiettivo di arrivare all’80% di copertura entro il 2016. Inoltre, l’operatore da tempo sta già testando l’LTE-A che permetterà in un futuro vicino di offire velocità ancora maggiori. TIM che sta anche testando VoLte, uno standard che permette di effettuare telefonate in 4G. Non tutti sanno infatti, che attualmente, le reti LTE possono essere utilizzate solo per internet e non per chiamare. I più attenti avranno infatti notato che effettuando una chiamata, lo smartphone passa automaticamente sotto rete 2G.
Vodafone, in possesso delle frequenze da 800, 1800 e 2600 MHz, può tranquillamente aggiudicarsi la medaglia d’argento di questa speciale classifica. L’operatore, che ha annunciato il progetto Spring con cui intende investire ingenti fondi per la realizzazione delle reti ad ultra banda larga, mobile e fisse, copre al momento ufficialmente circa 100 località italiane e a Napoli ha già sperimentato con successo lo standard LTE-A. Sebbene possa fregiarsi del secondo network 4G più esteso d’Italia, la differenza con la copertura di TIM è davvero molto notevole.
Ultimo gradino del podio di questa particolare classifica per 3 Italia che dopo una partenza molto lenta, comprendono Roma e Milano, ha iniziato ad espandere la sua rete LTE anche in altre realtà come Napoli, Bologna, Firenze, Venezia, Salerno, Bolzano, Treviso, Caserta e Taranto. Tuttavia l’operatore ha intenzione nel corso del 2014 di espandere velocemente il suo network 4G andando a coprire molte altre zone del Paese. C’è comunque da sottolineare che 3 Italia possiede solo le licenze per l’uso delle frequenze da 1800 e 2600 MHz. Mancando la frequenza da 800 MHz, la copertura nelle zone “difficili” (montagna, campagna…) potrebbe risultare più difficoltosa. Attualmente l’operatore sta utilizzando solo la frequenza da 1800 MHz, ma ha già fatto sapere che presto inizierà ad utilizzare anche quella da 2600 Mhz in alcune specifiche zone.
Ultimo posto invece per Wind i cui piani di crescita del suo network 4G appaiono ancora non meglio definiti nonostante disponga delle frequenze da 800, 1800 e 2600 MHz. Dopo una partenza molto ritardata, l’operatore ha coperto Roma, Milano e Bologna oltre che alcuni particolari siti strategici come i maggiori aeroporti italiani e il Politecnico di Milano e l’università Sapienza di Roma. L’operatore arancione si è anche sbilanciato nell’affermare che nel corso del 2014 andrà a coprire ulteriori 20 comuni italiani. Quali siano però non è dato da sapere.
LTE quanto ci costi
L’uso della tecnologia LTE, si sapeva, non sarebbe stato certo economico, almeno all’inizio. Effettivamente le prime tariffe erano piuttosto salate. Per esempio, TIM chiedeva 15 euro mensili extra per accedere alla rete 4G offrendo però 1 GB aggiuntivo. Fortunatamente, con il passare del tempo e con l’entrata a regime delle nuove reti, i costi sono decisamente calati anche se i piani d’uso non sono certo ancora economici. Oggi, un operatore come TIM offre l’accesso alla sua rete LTE a 5 euro al mese, ma senza traffico aggiuntivo. Vodafone invece, chiede 10 euro ma offre anche 2 GB extra di traffico. 3 Italia è economica, solo 1 euro, almeno per il momento. Wind, infine, non chiede nulla. Del resto con una rete 4G così poco estesa chiedere di pagare per accedervi potrebbe non avere molto senso, almeno per il momento.