Ogni giorno 53mila iscritti a chat si scambiano immagini intime di migliaia di ragazze, anche minorenni, senza il loro consenso, con commenti denigratori, sessisti e umilianti, materiale pedo-pornografico, incitazione allo stupro e legittimazione del femminicidio.
Un fenomeno purtroppo che continua a crescere nonostante la legge in materia di tutela delle vittime di violenza domestica, approvata in via definitiva il 17 luglio 2019, abbia introdotto anche il reato di “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. Per fortuna, di pari passo, si moltiplicano le iniziative di varie associazioni ed enti per cercare di combattere questa ignobile pratica e di sensibilizzare sempre di più istituzioni e cittadini sulla questione.
No alla violenza virale
Tra le iniziative più importanti in questo periodo c’è “Revenge Porn: una violenza virale”, un evento live che si terrà il 27 dicembre alle ore 18, con diretta visibile sulla piattaforma partecipativa Posso.it e sulla pagina Facebook di Rai Cinema Channel, a cui parteciperanno personaggi del mondo dello spettacolo, giornalisti e rappresentanti di associazioni.
L’evento sarà condotto da Fabio Canino e interverranno gli attori Alessio Boni, Claudia Gerini, Violante Placido, Eleonora Gaggero, Luca Chikovani, la presidente di Diversity, Francesca Vecchioni, la Presidente dell’Accademia del Cinema Italiano, Piera De Tassis, la giornalista de “Il Corriere della Sera” Greta Sclaunich, la criminologa e psicologa Roberta Bruzzone, gli influencer Matt & Bise e la producer Manuela Cacciamani.
Lo spunto è stato fornito dal cortometraggio “Revenge Room”, progetto transmediale prodotto da Onemore Pictures e Rai Cinema, presentato come evento speciale alla Mostra del Cinema di Venezia e fruibile su Rai Play.
La situazione del revenge porn in Italia
Un recente studio della European Women’s Lobby stima che in Europa circa 9 milioni di ragazze hanno subito una qualche forma di violenza online prima dei 15 anni. Nel nostro Paese, secondo un dossier di novembre del Servizio analisi della Direzione centrale della Polizia criminale, si verificherebbero in media due episodi di revenge porn al giorno, con 1.083 casi segnalati in corso di indagine.
Grave la situazione sui social, e in particolare sui canali e gruppi Telegram, anche perché pare che l’azienda proprietaria non collaborerebbe appieno con le forze dell’ordine e le varie associazioni per la tutela delle vittime. Secondo una stima dell’osservatorio PermessoNegato.it, no-profit che si occupa del supporto tecnologico e di Feedback Legale alle vittime di Pornografia Non-Consensuale, di violenza online e attacchi di odio, sono almeno 89 i gruppi/canali frequentati da circa 6 milioni di utenti, dove circolerebbe materiale hot non consensuale, e dunque anche revenge porn.