Il revenge porn è un terribile fenomeno che si sta diffondendo sempre più dalle nostre parti, complice una larga diffusione ormai dei social e in generale delle Rete tra la popolazione italiana. Secondo i dati riportati dalla Polizia Postale che indaga anche su questa piaga, lo scoro anno si è registrato un fortissimo incremento di casi di revenge porn rispetto al 2020. Da questo punto di vista si parla di ben il 78% in più. Numeri che, se abbinati all’altro fenomeno quasi analogo, ovverosia il reato di sextortion aumentati del 54% sempre rispetto all’anno precedente, danno l’idea dell’allarme in atto in Italia.
Cos’è il revenge porn e come cercare di difendersi
Il revenge porn e, più in generale, il fenomeno della pornografia non consensuale, consiste nella diffusione di immagini pornografiche o sessualmente esplicite a scopo vendicativo per denigrare pubblicamente, bullizzare e molestare la persona cui si riferiscono. Una pratica squallida, che purtroppo vede sempre più spesso Internet, diventato il veicolo più semplice e rapido da utilizzare per coloro che ad esempio vogliono “punire” l’ex partner che ha deciso di porre fine ad un rapporto amoroso o la rivale in amore.
Si tratta quindi di una pratica che può avere effetti drammatici a livello psicologico, sociale e anche materiale sulla vita delle persone che ne sono vittime. Pertanto è molto importante riflettere su come difendersi e prevenire questo tipo di fenomeni attraverso una corretta protezione e gestione dei nostri dati personali, e in particolare, delle foto e dei video che ci ritraggono.
La prima e più importante forma di difesa è comunque sempre la prudenza. Una volta immessi nel circuito di messaggi e social network, i tuoi dati personali possono sfuggire ad ogni controllo ed essere così diffusi in modo tale che risulti poi impossibile, anche con l’aiuto delle autorità preposte o di sistemi tecnologici, poterli cancellare. In caso contrario, chi è vittima di revenge porn deve rivolgersi senza esitazioni alla Polizia postale (https://www.commissariatodips.it/) per denunciare il reato, e al titolare del trattamento o al Garante per la protezione dei dati personali (www.gpdp.it) per impedirne la condivisione.
Nel caso in cui purtroppo foto e video intimi possano essere già stati diffusi su Facebook e Instagram senza consenso, la vittima può anche utilizzare immediatamente il canale per le segnalazioni, attivato in via sperimentale da Facebook e messo a disposizione dal Garante sul proprio sito, disponibile al seguente indirizzo. In tal senso vi segnaliamo anche questo utile quanto semplice vandemecum in pdf stilato dal Garante, con info e consigli utili sull’argomento.