L’ultimo rapporto di Facebook sulle richieste dei governi mostra un calo in molti paesi occidentali nella seconda metà del 2014, compensato però da un aumento in paesi da bollino nero come India, Turchia e Russia. Il numero totale di richieste ricevute dal più grande social network del mondo è passato da 34.946 nel primo semestre dell’anno ai 35.051 tra luglio e dicembre 2014. Nessuna novità nella dinamica generale: Menlo Park fornisce i dati sulle persone in poco meno della metà dei casi. In Italia 2.696 account attenzionati dal governo e uno reso inaccessibile su ordine del tribunale per “incitamento all’odio”.
Il report è come sempre un sito con un database di statistiche aggregate per paese e continentali. Cliccando su ogni continente, viene stilato l’elenco delle nazioni. Per ogni nazione (ad esempio, l’Italia) si trovano i dati dell’ultimo semestre e uno storico a partire dal gennaio 2013 – quindi i precedenti tre semestri – con una precisazione a proposito del fatto che l’azienda risponde alle richieste relative a procedimenti penali e che ogni richiesta viene controllata per stabilire, oltre alla corretezza, anche che non sia troppo vaga, pena il rifiuto.
Nel caso dell’Italia ci sono state 1.774 richieste a proposito di 2.696 account, accolte nel 46,45% dei casi.
I dati e il Datagate
La visione del report è interessante perché anche se sono aggregati si riconoscono i diversi stili di richieste e le diverse problematiche, spiegate anche dalle linee guida. Negli Usa ci sono pochi dati rispetto alla popolazione ma con una percentuale altissima di disponibilità. L’India è il secondo paese con 5.473 richieste, ma Facebook ha fornito informazioni in appena il 45% di quei casi, se pur in un paese che ha black list e leggi sulla limitazione dei contenuti, quindi sono dati imparagonabili tra loro. Da qui il numero esorbitante di contenuti “limitati” in India: 5.832.
Facebook says rise in Indian government's requests for data http://t.co/AqK7o2LyPD pic.twitter.com/moiVq4MDlN
— NDTV (@ndtv) March 16, 2015
Resta evidente che la portata e la natura di queste richieste non raccontano il problema della sorveglianza globale, tanto che la stessa società californiana tiene a precisare che ancora oggi il governo americano non consente di separare i dati tra le normali richieste dei tribunali e quelle della NSA, mettendo assieme informazioni su cittadini incriminati per rapina con quelle più latamente indirizzate alla lotta contro il terrorismo.