Riflessione sui limiti di Second Life

Riflessione sui limiti di Second Life

Recentemente ho iniziato a interessarmi seriamente a Second Life, principalmente per lavoro ma ora anche per svago personale.

Nell’ambito di alcune ricerche sul livello di apprezzamento di SL all’interno del web ho potuto constatare come siano pochi gli schieramenti neutrali nei confronti della comunità virtuale creata da Linden Lab, o la si odia, o la si ama, ci sono poche vie di mezzo.

Come in tutte le cose cerco sempre di non farmi troppo condizionare dai pareri altrui, anche se è difficile, e ho scelto un approccio empirico all’analisi degli ipotetici limiti emersi dalla mia ricerca; ho avuto l’impressione che quelli maggiormente evidenziati sono a volte frutto di considerazioni frettolose e approssimative e in questo contesto vorrei esprimere le mie riflessioni.

Partirò dal primo grande limite evidenziato da molti e considerato come insormontabile per il successo di SL, soprattutto come strumento per le aziende.

Second Life è per pochi“. Vero: l’accesso a Second Life non è semplice e immediato come altri “social media”. È necessario scaricare un software e avere a disposizione un computer dalle prestazioni medio-alte insieme ad una connessione veloce per poter navigare senza eccessivi rallentamenti. Una volta attivato l’account bisogna poi destreggiarsi tra le diverse funzionalità al fine di riuscire a crearsi un avatar, vestirlo e farlo muovere all’interno degli spazi 3D.

Ma ciò che nasce e vive in Second Life non si esaurisce in Second Life. La possibilità di crearsi una Seconda Vita è infatti una prospettiva che affascina notevolmente anche coloro che non hanno dimestichezza con la tecnologia e contemporaneamente i media e l’opinione pubblica premiano le aziende che decidono di aprirsi a nuove modalità di interazione con i propri clienti, e SL rappresenta, almeno per il momento, una delle frontiere più innovative nel ventaglio degli strumenti di comunicazione interattiva.

Si può quindi pensare che non si tratti di un vero e proprio limite visto che la vita virtuale di Second Life ha dei riflessi rilevanti anche nella vita reale di milioni di persone e società.

Forse è una considerazione banale, ma non sono sicura che l’abbiano fatta tutti coloro che hanno “bocciato” SL senza possibilità di essere rimandato a settembre.

C’è qualcuno che ha voglia di espormi le proprie riflessioni su questo primo ipotetico limite?

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