Alcuni dei compagni d’avventura di Kim Dotcom avranno la possibilità di tornare alle proprie abitazioni sulla base di una scarcerazione su cauzione. La decisione è stata presa dal giudice David McNaughton e riguarda Bram Van der Kolk, 29 anni, e Finn Batato, 38 anni. Per entrambi, così come per Kim Dotcom, è prevista la richiesta di estradizione verso gli Stati Uniti, ove dovranno rispondere dei reati legali alla distribuzione di materiale illegale per mezzo dei siti legati all’universo Megaupload.
Per Batato a Van der Kolk il giudice ha considerato meno rischiosa la possibilità di una scarcerazione poiché le condizioni che hanno portato al rifiuto per Kim Dotcom non sussistevano: minore la possibilità di reiterare il reato e minore la possibilità di una fuga all’estero per sfuggire alle maglie della legge. I tempi per la prima audizione relativa alla possibile estradizione saranno ora lunghi, ma offriranno alle autorità la possibilità di mesi di indagini per approfondire la vicenda con maggiori carte e testimonianze in mano. Gli Stati Uniti hanno poco più di un mese di tempo per decidere il da farsi, ma la richiesta di estradizione sembra essere una scontata formalità.
Non tutto il team è già stato fermato dalle autorità: altri responsabili del progetto Megaupload sono ancora a piede libero, ma nel mirino delle autorità di mezzo mondo a seguito del coinvolgimento nel progetto. Batato a Van der Kolk rimarranno ora in custodia ancora per qualche giorno in attesa delle necessarie verifiche presso le rispettive abitazioni. Curiosa la vicenda di Kim Batato: residente a Monaco di Baviera, volato in Nuova Zelanda per il compleanno di Kim Dotcom ed impossibilitato in seguito ad utilizzare il biglietto di ritorno a causa delle manette scattate ai polsi da parte delle autorità locali.
Tutti gli imputati del caso Megaupload si sono dichiarati innocenti ed il team legale del gruppo ha già preannunciato serrata battaglia legale. Il primo obiettivo è quello di evitare l’estradizione; il secondo è quello di salvare il salvabile, tanto in relazione al capitale sotto sequestro, sia in termini di giustizia penale.