Circa quattro giorni fa vi avevamo raccontato dell’arresto compiuto dalla polizia del Regno Unito del presunto portavoce di LulzSec e hacktivista di Anonymous, il cui nickname corrispondeva a Topiary di cui sapevamo solo che aveva 19 anni. Bene, da ieri sera Topiary ha finalmente un volto e un nome e cognome vero. Jake Davis, in maglietta e occhiali da sole è stato ieri rilasciato dietro cauzione al termine dell’udienza preliminare del processo a suo carico. Per lui il divieto assoluto ad accedere a Internet per un mese e obbligo di indossare un dispositivo che rilevi la sua posizione.
Prossima tappa del processo il 30 agosto. Ma che materiale ha trovato la polizia delle stanze di Jake Davis? Stando a quanto riportano le cronache, durante l’udienza del processo la polizia avrebbe riferito di ingenti prove informatiche.
Nello specifico nei computer di Jake Davis sarebbero stati trovati centinaia di GB di materiale sottratto nei recenti attacchi di LulzSec e Anonymous oltre che la bozza del falso articolo sulla morte di Rupert Murdoch apparso sulla pagina defacciata del The Sun.
Insomma, prove tangibili che dimostrerebbero senza ombra di dubbio l’appartenenza di Jake Davis ai noti gruppi di hacker che stanno riempendo la cronaca informatica di questi ultimi mesi.
Ovviamente ne da LulzSec e ne da Anonymous arrivano dichiarazioni su questa vicenda. Normalmente la prassi consolidata dei gruppi di hacker è quella di smentire con fermezza le presunte collaborazioni con i soggetti arrestati, ma questa volta tutto tace, segno che probabilmente la polizia del Regno Unito ha fatto centro.