Gli Emirati Arabi Uniti chiudono il caso BlackBerry. Il fascicolo va in archivio senza colpe e senza penali, ma anche senza una spiegazione. Quel che si sa è soltanto l’avvenuto accordo tra le parti che pone fine ad una questione che minacciava di gravare in modo pesante sul mercato RIM.
La deadline era stata fissata per l’11 ottobre. Il problema, secondo quanto trapelato nelle settimane scorse, era relativo all’uso di server remoti sui quali Research In Motion archiviava informazioni senza concedere però possibilità di controllo alle autorità nazionali. Quel che gli Emirati Arabi Uniti volevano imporre era una dislocazione in loco di server RIM, aprendo così ad un rapporto più stretto tra le parti. La contestazione a RIM, soprattutto, era relativa alle comunicazioni cifrate che avvengono tra i terminali del gruppo: quella che per RIM è sicurezza, per gli Emirati Arabi Uniti è una minaccia statale dovuta all’impossibilità di controllare eventuali comunicazioni sospette.
Le comunicazioni ufficiali della Telecommunications Regulatory Authority (TRA) indicano in queste ore l’avvenuto accordo: RIM ha accettato il compromesso ed è considerata ora pienamente rispettosa delle leggi locali. L’azienda non è bandita dagli Emirati: RIM salva quindi il mercato arabo e dovrà concentrarsi ora sull’India ove nelle scorse settimane son piovute sull’azienda osservazioni del tutto simili. La soluzione potrebbe essere la medesima, anche se ignota poiché messa in pratica sotto silenzio e senza dettagli pubblici.
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