Per il mondo Research In Motion sarà una giornata molto lunga. Alla chiusura della borsa nella giornata di ieri, infatti, il gruppo ha presentato una trimestrale ricolma di fattori negativi, consegnando al mondo della finanza un quadro della situazione peggiore di quanto gli analisti già non si attendessero. La conseguenza è immediata: -13% nelle trattative after-hour, crollando così sotto quota 8 dollari e sfondando il minimo storico (occorre ricordare come soltanto un anno e mezzo fa le azioni RIM fossero trattate per un valore di circa 70 euro).
Se gli analisti hanno approcciato la nuova trimestrale aspettandosi un deficit di circa 0,03 dollari per azione, si sono invece ritrovati a fare i conti con una emorragia pari a 0,24 dollari per azione. Di fronte a questa situazione la borsa ha immediatamente bocciato le azioni del gruppo, ma i problemi non finiscono qui. RIM ha infatti annunciato 5000 ulteriori licenziamenti per rallentare la caduta verticale nei conti (che vanno ad aggiungersi agli altri tagli programmati già in passato) ed ha inoltre ufficializzato la peggiore di tutte le notizie: il sistema operativo BlackBerry 10 è rinviato ad inizio 2013.
La situazione è quella di una azienda con introiti in calo, con deficit in aumento, con vendite in caduta verticale e con nessuna prospettiva di breve termine da dare in pasto agli utenti. Il rischio è quindi quello di accelerare la diaspora verso le piattaforme rivali, che sul mondo business stanno scommettendo forte (vedi novità quali il Galaxy Samsung S III Safe) e di perdere così anche l’ultima nicchia nella quale il mondo BlacBerry poteva vivere al riparo dalla tempesta che si sta scagliando sull’azienda.
Alla luce delle difficoltà del momento si aprono gravose prospettive per RIM. La prima, pubblicamente affrontata dal gruppo, è quella di una possibile concessione in licenza del sistema BlackBerry 10, sacrificando l’esclusiva proprietaria in virtù di una necessaria estensione degli introiti. La seconda, più incisiva e frutto però di maggiore sacrificio, è l’accettazione di una entrata di Microsoft nella proprietà del gruppo. Quest’ultima ipotesi consentirebbe a RIM di salvare i conti (come successo nei mesi scorsi con Nokia) e di operare un salto carpiato verso una nuova piattaforma, ma al tempo stesso sacrificherebbe indipendenza ed identità del gruppo a salvaguardia del valore in mano agli azionisti. Microsoft ha da parte sua forti interesse tanto sui brevetti quanto sul marchio BlackBerry, sul quale potrebbe ricavare nuova linfa da mettere a disposizione dei propri Windows Phone.
Il momento delle scelte è arrivato: RIM dovrà decidere immediatamente cosa fare da grande poiché l’urgenza è ormai estrema ed occorre cambiare qualcosa prima di trovarsi sull’orlo del precipizio. All’ultima chiamata è Microsoft a tendere la mano: prendere o lasciare, e RIM dovrà ponderare con estrema lucidità una scelta tanto importante.