Ha fatto parecchio discutere, nei giorni scorsi, la vicenda legata all’applicazione Exodus International presente sull’App Store. Il software, realizzato dall’omonimo gruppo cristiano statunitense, si poneva come obiettivo quello di riportare sulla retta via le persone “affette”, secondo gli autori, da una malattia guaribile come l’omosessualità. La veemente e giustificata reazione della comunità gay (e non solo), ha portato in poco tempo alla raccolta di 146.000 firme per mezzo di una petizione online, tanto da spingere Apple alla rimozione dell’app dopo alcune ore di imbarazzato silenzio.
Mediante le pagine del sito ufficiale, e su Twitter, l’associazione si dichiara in totale disaccordo con la decisione presa dall’azienda di Cupertino, invocando a sua volta il diritto alla libertà d’espressione e chiedendo che l’applicazione venga al più presto resa nuovamente disponibile per il download. Recita il comunicato diramato a seguito della rimozione:
Apple aveva inizialmente approvato l’applicazione, che fornisce accesso alle informazioni disponibili sul nostro sito Web attraverso i dispositivi mobile, salvo poi rimuoverla a causa di una petizione lanciata da alcuni gruppi di attivisti. Ancora una volta la multinazionale ha ceduto alle richieste della comunità gay, proprio come era accaduto lo scorso novembre con un software del gruppo cristiano Manhattan Declaration, riguardante l’insegnamento dei testi sacri in merito al matrimonio.
La vicenda, oltre a prestarsi a discussioni sulla legittimità di applicazioni di questo tipo, mette in luce una falla nel sistema di approvazione impiegato da Apple per l’analisi dei software distribuiti mediante lo store digitale. Gli sviluppatori, ad oggi, non dispongono di precise linee guida da seguire per trattare tematiche come l’omosessualità. Già in passato ci si era trovati di fronte a una situazione per certi versi simile a quella odierna, con l’azienda a dover decidere a posteriori l’eliminazione di migliaia di applicazioni contenenti immagini e riferimenti a sfondo erotico.
[nggallery id=167 template=inside]