Neelie Kroes, Vice Presidente della Commissione Europea, avrebbe scartato l’ipotesi di ridurre del 90% le tariffe di roaming per il traffico voce e dati all’interno dell’Unione Europea. Il documento visionato dai giornalisti della Reuters non contiene più nessun riferimento ad un taglio così netto dei costi. La nuova proposta, che verrà presentata il prossimo 10 settembre, sarebbe stata “concordata” con i principali operatori telefonici del continente e probabilmente non sarà così vantaggiosa per i consumatori.
L’obiettivo iniziale della Kroes era l’abolizione totale dei costi di roaming a partire da Pasqua 2014. Successivamente, con una risoluzione approvata all’unanimità dalla Commissione Industria, la data era stata posticipata al 2015. Circa una settimana dopo, la Vice Presidente aveva presentato sua bozza di regolamento sul mercato unico per le tlc, in base al quale i costi di roaming dovevano essere azzerati per chi riceve le chiamate a partire dal 1 luglio 2014.
Sembra che niente di tutto questo accadrà. Il roaming rappresenta il principale ostacolo alla creazione del mercato unico delle telecomunicazioni. Tuttavia, gli operatori telefonici hanno calcolato che ciò causerebbe perdite per oltre 7 miliardi di euro entro il 2020. Le chiamate in roaming, infatti, contribuiscono al 10% dei loro introiti. Il piano precedente prevedeva un taglio di 3 centesimi al minuto per le chiamate e 1,5 centesimi a megabyte per il traffico dati a partire da luglio 2014.
La Kroes ha comunque confermato che l’obiettivo del roaming a costo zero verrà raggiunto. Deve però essere discusso il “quando”. La nuova proposta verrà presentata il 10 settembre. Prima di entrare in vigore dovrà essere approvata dal Parlamento Europeo e dai 28 paesi membri dell’Unione Europea.