L’Italia propone un rinvio dell’abolizione dei costi di roaming internazionale. La Commissione Europea aveva già deliberato la fine dei costi extra per le chiamate da cellulare fuori dai confini nazionali per il 2016 e per la definitiva attuazione servirebbe solo il consenso del Consiglio UE ma la Presidenza Italiana dell’Unione Europea propone un rinvio per venire incontro alle esigenze delle aziende delle TLC che non si sono mai dette troppo favorevoli all’abolizione dei costi del roaming che avrebbe sottratto loro importanti risorse economiche per lo sviluppo delle reti.
Il documento dell’Italia prevede alcune tutele per far fronte alle preoccupazioni di alcuni Stati Membri sull’introduzione del “roam like at home” cioè dell’equiparazione dei costi delle chiamate all’estero a quelli delle chiamate nazionali. La proposta italiana include anche una sorta di meccanismo di salvaguardia basato sul principio di “giusto uso”. In buona sostanza, agli utenti potrebbe venire concesso un certo quantitativo di roaming da utilizzare senza costi aggiuntivi, superato però il quale gli operatori potranno aggiungere un prezzo extra. Tale pacchetto sarebbe calcolato sulla base del “consumo domestico medio annuo nell’Ue” e soggetto ad un graduale adattamento.
La proposta italiana prevede inoltre un graduale adattamento dei prezzi sino ad arrivare al tanto atteso “roam like at home” cioè all’abolizione dei costi del roaming internazionale. Tuttavia la proposta italiana è molto chiara e pur con la previsione di tali salvaguardie, la data per l’introduzione del “roam like at home” deve essere ancora decisa, e pone una questione politica significativa.
La proposta italiana di rinviare l’abolizione dei costi del roaming internazionale ha ovviamente scatenato molte polemiche. In particolare l’ADUC è sceso immediatamente in campo criticando aspramente il testo italiano sottolineando come si siano presi in considerazione gli interessi economici di alcune centinaia di industrie e non quelli di centinaia di milioni di consumatori. ADUC sottolinea inoltre come per le aziende TLC, e per il Governo italiano, i cambiamenti ci devono essere, ma devono sempre e solo essere pagati dai consumatori.
ADUC dunque auspica un trattamento paritario e non sbilanciato a favore delle industrie se si vuole ottenere una democrazia economica e per il momento prende atto della pessima performance italiana in ambito europeo.
Si fa sentire anche Neelie Kroes, commissario uscente all’Agenda Digitale, che giudica poco ambiziosa la proposta italiana pur tuttavia valida per spingere in avanti il mercato unico europeo delle telecomunicazioni.