Il suo logo è una caricatura dell’arbitro Collina che estrae un cartellino rosso. Rojadirecta è dal 2005 uno dei lidi online più frequentati da chi vuol assistere alla diretta streaming degli eventi sportivi senza sottoscrivere un regolare abbonamento. La natura non propriamente legale del servizio ha causato nel corso degli anni chiusure temporanee, blocchi territoriali (anche in Italia) e una battaglia giudiziaria che ora vede nell’arresto del fondatore Igor Seoane Miñan l’ennesimo capitolo.
Le manette sono scattate nel tribunale di La Coruña, dove l’uomo si era recato per prendere parte in qualità di testimone ad un procedimento relativo ai diritti televisivi. Sembra essere stata decisiva, questa volta, la denuncia di Canal Plus (l’ennesima), che punta il dito contro Seoane per violazione del diritto d’autore. Ora l’indagine si concentrerà sugli introiti economici del portale, ancora attivo e raggiungibile attraverso i molti mirror operativi in Rete. Una prima stima parla di circa due milioni di euro provenienti ogni anno dalla raccolta pubblicitaria, in gran parte legata ai circuiti di scommesse online.
La strategia difensiva poggerà su una tesi già vista in azione per altri casi simili: sui server di Rojadirecta non transita il segnale audio-video dei match trasmessi, ma la piattaforma si limita ad ospitare i link condivisi dagli utenti e attraverso i quali gli spettatori possono assistere alle partite in streaming, senza affrontare alcuna spesa, solamente sopportando la visione di qualche inserzione pubblicitaria. Queste le parole dell’imputato, classe 1984, la cui identità è stata svelata lo scorso anno dalla stampa spagnola dopo un lungo periodo di anonimato.
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