Update: anche noi ci siamo cascati; la notizia sembrerebbe essere un pesce d’aprile, diffusosi rapidamente sul web.
L’annuncio ufficiale lo presenta come una rivoluzione nel campo dell’acquisizione delle immagini. E infatti lo è. Il nuovo sensore circolare annunciato da Rokton pare che sia destinato a entrare nella storia perché modificherebbe il modo di concepire le foto, almeno per quanto riguarda il formato.
L’idea parte dal concetto di sfruttare al massimo il cerchio immagine che produce l’obiettivo sul piano focale. Una fotocamera normale, dotata di sensore rettangolare o di pellicola, cattura solo la parte interna di questo cerchio. L’immagine circolare prodotta dall’obiettivo è così sfruttata solo in parte, circa la metà, la restante è persa perché inutilizzata.
Gli ingegneri della casa inglese hanno così pensato di modificare lo standard dimensionale dei sensori, costruendo un prototipo circolare con un raggio di 43 millimetri, pari cioè alla diagonale dei sensori 24×36 mm o della tradizionale pellicola, rendendo così il sensore interamente sensibile al cerchio immagine proiettato dagli obiettivi per il formato “35 millimetri” sul piano pellicola o sensore.
In questo modo, il risultato della foto non sarà un’immagine avente un formato rettangolare 3×2 ma una dimensione circolare. Le scelte possibili saranno due: decidere di “croppare”, cioè ritagliare con appositi programmi la foto, sia in fase di post-produzione che durante la fase di scatto, grazie a una funzione on-camera chiamata Dynartec, oppure lasciarla con un formato circolare.
I problemi principali sono legati ai costi. Infatti, si stima che un sensore circolare con una risoluzione di 12 Megapixel costi più del doppio di un sensore 24x36mm con una risoluzione equivalente. Ciò è dovuto al fatto che i sensori circolari presentano una superficie molto più estesa dei sensori rettangolari, e questo significa più silicio, più elettronica e quindi maggiori prezzi.