Un team di ricercatori della EPFL (École Polytechnique Fédérale de Lausanne) è al lavoro su quelli che possono essere definiti dei veri e propri ibridi tra robot e arredamento. Il nome del progetto svizzero è già di per sé piuttosto esplicativo: Roombots. Si tratta di piccoli automi modulari, in grado di combinarsi tra loro per formare ad esempio un tavolo oppure una sedia, adattandosi dinamicamente agli ambienti della casa e alle esigenze dei suoi abitanti.
La robotica incontra dunque il concetto di smart home, come spiega lo scienziato Auke Ijspeert nel visto in streaming di seguito. Dal punto di vista tecnico, ogni singolo modulo si compone di due parti simili a delle semisfere, che possono ruotare l’una sull’altra. Ognuno dei sei lati presenta poi quattro piccoli uncini estraibili (e altrettanti fori) che all’occorrenza possono essere impiegati per agganciare un altro blocco, oppure un oggetto di tipo “passivo” realizzato ad hoc, come la superficie di un tavolo, un contenitore, lo schienale di una poltrona e molto altro ancora. Le dimensioni di ogni modulo sono circa 15x15x15 cm, mentre il peso è di 1,36 Kg.
Trattandosi di un progetto sperimentale, la commercializzazione di mobili e arredamento basato su un sistema di questo tipo è ancora lontana nel tempo. Si parla di un impiego in campo industriale tra 15 anni, mentre per vederne le potenzialità applicate all’ambito domestico ne serviranno almeno 20. Uno degli obiettivi principali è quello di migliorare la tecnologia in modo da renderla utile ed efficiente dal punto di vista assistenziale: si immagini ad esempio ad un tavolo che può muoversi verso chi ha problemi di deambulazione, oppure ad una sedia che si alza automaticamente favorendo la seduta.
Considerando che i singoli moduli comunicano tra loro via Bluetooth, non è inoltre difficile pensare ad un’interazione con applicazioni per smartphone e tablet sviluppate ad hoc. Roombots guarda dunque al futuro, esplorando le potenzialità offerte dalla robotica e applicandole al contesto abitativo.