Rooney, pubblicità occulta su Twitter

Wayne Rooney pubblica un messaggio pubblicitario a favore di Nike su Twitter: scatta la censura da parte dell'authority britannica.
Rooney, pubblicità occulta su Twitter
Wayne Rooney pubblica un messaggio pubblicitario a favore di Nike su Twitter: scatta la censura da parte dell'authority britannica.

Costa cara una piccola leggerezza a Wayne Rooney, stella della nazionale inglese che domenica sera affronterà l’Italia nei quarti di finale di Euro 2012. Nel tentativo di mantenere fede al proprio accordo di sponsorizzazione con Nike, ha pubblicato su Twitter un cinguettio che ha subito attivato la censura da parte della Advertising Standards Authority poiché contenente un messaggio pubblicitario contrario alle regole piuttosto precise da seguire per sponsorizzare qualcosa tramite le piattaforme sociali.

L’Authority stabilisce infatti che chiunque si prepari a sponsorizzare attraverso Facebook e Twitter deve renderlo immediatamente palese agli utenti, senza attirarlo con messaggi riguardanti altri argomenti. Cosa che Wayne Rooney evidentemente non ha fatto, dato che il suo tweet, accompagnato da un link che sponsorizzava la campagna “Make it Count” di Nike, recitava: «Il mio intento – iniziare l’anno come un campione e finirlo come un campione». Lo stesso è accaduto a Jack Wilshere dell’Arsenal: «Nel 2012 tornerò a disposizione del mio club – e sarò pronto per il mio paese». Medesimo modus operandi, messaggio da una parte, link sponsorizzato e hashtag specifica alla fine.

L’ASA ha subito spiegato che sebbene sia perfettamente consapevole del fatto che i calciatori sono tenuti a partecipare a iniziative di marketing per via dei loro accordi commerciali, questi messaggi non contenevano alcuna indicazione riguardo la loro natura pubblicitaria, quindi erano da considerarsi contro le regole.

Nike, che diventa suo malgrado la prima azienda nel Regno Unito a vedersi privata di una campagna pubblicitaria su Twitter, si è giustificata spiegando che i fan sanno degli accordi dei loro beniamini, e l’hashtag #makeitcount era già abbastanza chiara per far intendere la natura del tweet. L’Authority evidentemente non era dello stesso parere.

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