Con il suo Project Jacquard, Google ha iniziato a sperimentare l’integrazione della tecnologia all’interno degli abiti, rendendo la superficie dei capi d’abbigliamento una sorta di interfaccia per l’esecuzione di comandi e azioni di ogni tipo. Un team formato da ricercatori del Massachusetts Institute of Technology e della Stanford University si è spinto oltre.
Il progetto Rovables mira alla creazione di piccoli robot in grado di gestire autonomamente movimento e operazioni sulla superficie dei vestiti. Al momento si tratta di prototipi dalle dimensioni poco compatibili con un utilizzo quotidiano, ma un sistema di questo tipo potrebbe un giorno avere molteplici sbocchi commerciali. Il video in streaming di seguito fornisce alcuni esempi: una cerniera che si chiude e si apre da sé, una sciarpa che si avvolge senza bisogno di intervento manuale, due piccoli display LED che si uniscono per mostrare una scritta. Il comportamento delle unità potrebbe essere influenzato dalla ricezione di una notifica mobile, da una chiamata in ingresso o dal tracking di attività fisica e parametri biometrici.
In termini pratici, un robot potrebbe spostarsi all’interno di una camicia per monitorare costantemente la frequenza del battico cardiaco, un altro misurare la pressione o esercitare un feedback aptico per richiamare l’attenzione di chi lo indossa. Ancora, spostandosi verso il viso potrebbe attivare il microfono e consentire di rispondere ad una chiamata senza bisogno di interagire manualmente o di indossare all’orecchio un auricolare wireless.
Trattandosi al momento di un progetto sperimentale, non è chiaro quale sarà la sua destinazione. I Rovables potrebbero restare per sempre confinati all’interno di un laboratorio oppure, complice la miniaturizzazione delle componenti e l’ottimizzazione delle funzionalità, diventare un giorno gli accessori dei vestiti smart, andando così a costituire una sorta di evoluzione degli attuali dispositivi indossabili.