La notizia sarebbe trapelata durante un party a cui partecipavano, tra gli altri, il CEO di Google Eric Schmidt e Arianna Huffington, co-fondatrice ed editor-in-chief dell’Huffington Post. Da blog come The Wrap/Covering Holliwood, poi, il rumor è passato di bocca in bocca fino ad essere ripreso, in un breve riquadro, da “nòva” del 7 maggio: Google starebbe lavorando al potenziamento del servizio “news” con algoritmi evoluti che consentirebbero, tra l’altro, una nuova strategia per le inserzioni pubblicitarie.
Al momento non ci sono conferme o smentite ufficiali da parte di BigG, ma l’idea di cui si parla è sufficientemente plausibile: continuando a perfezionare i propri algoritmi e la capacità di correlare la “storia” della navigazione dell’utente e i suoi interessi, Google avrebbe intenzione di segnalare a chi usa i suoi servizi (iGoogle per iniziare) contenuti sempre più mirati: non solo, dunque, un elenco più o meno casuale di news visualizzate in base a criteri cronologici o tematici, ma proprio quegli articoli e quelle informazioni a cui uno è di fatto interessato e che neppure cerca, non essendo a conoscenza della loro esistenza.
Quali sono, in tutto questo progetto, i risvolti nel campo delle inserzioni pubblicitarie? Presto detto: per le fonti dei contenuti con cui Google farà i primi test (secondo il rumor, New York Times e Washington Post) si prevede l’incremento di visitatori arrivati dai link di Google News (che intanto, detto tra parentesi, ha implementato una interessante funzione di “ricerca archivio”).
In secondo luogo, proprio grazie ai nuovi algoritmi, alle notizie “mirate” potrebbero accompagnarsi annunci e inserzioni pubblicitarie premium” anch’esse mirate e quindi (si prevede) più cliccate. Sarà davvero così?