Pare che sia una sorta di effetto Edward Snowden, il super informatico Usa ex dipendente della Cia al centro del Datagate, e magari qualcuno ha pensato anche a Wikileaks: computer, sofisticati software di intelligence, Internet, smartphone, tablet, device intelligenti di ultima generazione, sistemi crittografici superevoluti per proteggere le informazioni che le tencnologie permettono di far viaggiare in tempo reale in tutto il mondo: ebbene, quali sono le ultimissime soluzioni studiate dai servizi segreti per le più delicate comunicazioni fra spie e agenti del terzo millennio? La macchina da scrivere. Però quella elettronica, niente vecchi e desueti apparecchi meccaniche. Almeno, questa è la strategia pensata, nientemeno, che dal Kgb (non è un caso di omonimia, è proprio il servizio segreto russo).
Lo rivela il sito di Business FM, emittente radio russa, diffondendo la seguente notizia: l’Fso (Federal Protective Service), che protegge la sicurezza dei vertici di Mosca, ha investito 490mila rubli (circa 11mila 500 euro) per acquistare 20 macchine da scrivere elettroniche, complete di cartucce e nastri (modello Triumph Adler Twen 180).
L’emittente interpella esperti di sicurezza russi, che peraltro non si dimostrano per nulla sorpresi: in realtà, l’intelligence non ha mai abbandonato la vecchia, cara macchina da scrivere, in nome proprio della sicurezza dei dati (alla faccia delle nuove frontiere di business). Spiega Vladimir Luzenko, ex responsabile della lotta al terrorismo per il Kgb: «Stalin esigeva che i documenti top secret venissero prodotti in un unico esemplare e scritti a mano perché la tecnologia, riproducendo molti esemplari, si traduce in una perdita di affidabilità». Conclusione: in tempi in cui, come insegna il caso Snowden «si spendono miliardi di dollari per soffiare informazioni in tutto il mondo» Luzenko si dichiara convinto: «per i documenti di particolare importanza meglio la macchina da scrivere che il computer».
Attenzione, segnala un altro ex ufficiale del Kgb, Oleg Neciporenko, parlando sempre all’emittente radiofonica: anche «un foglio di carta può essere trafugato, fotocopiato, memorizzato e distrutto». Il dibattito è aperto: l’unica certezza è che, in effetti, la sicurezza è un mestiere difficile.