Astra Linux può essere definito come il sistema operativo di stato, in Russia. È la piattaforma, basata sul kernel di Linux, utilizzata dal Ministero della Difesa e dalle altre agenzie governative del paese, strutturata in modo da garantire il massimo livello di protezione per le informazioni top secret del Cremlino. Il suo sviluppatore è la software house RusBitTech.
Il quotidiano locale Kommersant ha riportato nei giorni scorsi che il team non è riuscito a siglare un accordo con l’azienda statunitense Monotype Imaging, con sede nel Delaware, per utilizzare sotto licenza i suoi font all’interno della piattaforma: il risultato è che gli uomini di Putin non potranno più usare caratteri come Times New Roman e Arial per le comunicazioni e i documenti istituzionali.
Per quale motivo non è stata raggiunta la stretta di mano? Secondo la posizione ufficiale, Monotype Imaging avrebbe rifiutato di proseguire la collaborazione per via delle sanzioni USA nei confronti della Russia. Per Yuri Sosnin di RusBitTech l’atteggiamento del team americano si è dimostrato ostile fin dal principio, con richieste economiche di gran lunga superiori se confrontate alle condizioni applicate ad altre aziende: si parla di una pretesa iniziale di 650 euro per ogni licenza, quando solitamente il prezzo si aggira intorno ai 3 o 4 euro. Le parti sono giunte ad un compromesso fissato in 130 euro, ma Monotype Imaging (che tra gli altri detiene anche i diritti per Verdana e Tahoma) ha infine ritirato la proposta, chiudendo di fatto la trattativa.
Alla società USA non sarebbe andata a genio la partecipazione della software house russa al MAKS International Air Show, il Salone Internazionale dell’Aeronautica e dello Spazio di Mosca, intesa come una collaborazione con il Ministero della Difesa, la stessa istituzione interessata dalle sanzioni di Washington.
Cosa comporterà, dunque, questo piccolo incidente diplomatico? I documenti presenti negli archivi degli enti governativi russi andranno rivisti, convertendo quelli che attualmente utilizzano uno dei font in questione con l’impiego di un nuovo carattere. Un procedimento che, difficilmente, si rivelerà rapido. Una soluzione è stata individuata nell’uso di PT Astra Sans e PT Astra Serif di ParaType, che non modificando corpo e dimensioni dovrebbero rendere la procedura il più indolore possibile.