Sulla nuova versione di Safari continuano ad addensarsi nubi provenienti da opposti versanti. La nuova 3.1, infatti, ha scaricato dalla 3.0 l’eredità di varie vulnerabilità, ma allo stesso tempo imbatte nelle difficoltà provenienti da nuove ambizioni palesatesi soprattutto nell’improvviso connubio tra il browser ed iTunes. Il browser, nel momento in cui cerca la zampata decisiva che potrebbe cambiarne i destini, si trova così a dover affrontare il tiro incrociato di quanti ne misurano le qualità, di quanti ne temono il potenziale e di quanti, da semplici utenti, ambiscono alla migliore delle soluzioni.
È in questa nuova scelta di Apple il primo motivo di imbarazzo: il team di Cupertino ha deciso di usare iTunes come testa di ponte per portare Safari sui pc con Windows, una doppia installazione che “impone” il browser ad utenti che presumibilmente non ne sentono utilità particolare. Le critiche su tale scelta, però, non giungono tanto da Redmond (come potrebbe essere fin troppo semplice immaginare, pur se la cosa avrebbe del tragicomico a causa dei precedenti che Microsoft ancora fatica a scrollarsi di dosso), quanto piuttosto dal team del terzo incomodo Mozilla. John Lilly, CEO Mozilla Foundation, usa infatti il proprio blog per dichiarare a chiare lettere che «ciò che Apple ha fatto con il proprio Apple Software Update su Windows è sbagliato». E tutto ciò, nonostante le immediate critiche sollevatesi dal mondo dei Mac user, non per sfide di mercato o cos’altro: in ballo, secondo Lilly, c’è la sicurezza del Web. Qualcosa di importante per tutti, insomma, qualcosa che merita un intervento in tackle prima che il tutto diventi troppo pericoloso.
Impossibile non proseguire il filo del ragionamento del CEO Mozilla senza prima dar però voce ad una voce dubitativa. Lilly, infatti, sarebbe nella posizione più scomoda per dichiarazioni di questo tipo in quanto il suo browser deve giocoforza insinuarsi negli spazi lasciati tra Safari ed Internet Explorer. Una stima portata avanti per CRN.com vede nella novità dell’update Apple una grave minaccia per Firefox arrivando ad ipotizzare una rapida erosione del potere di mercato della volpe di fuoco a favore del navigatore con la mela. Altro che disinteressate, dunque: le critiche provenienti da Mozilla potrebbero avere un motivo oltremodo tangibile, “economico”, basato sul fatto che meno download significano meno ricerche e conseguentemente minori proventi interni al flusso originato dalla partnership con Google.
Il gioco delle parti vive così una improvvisa impennata: onde evitare sbilanciamenti tanto scomodi quanto impossibili, non resta che attenersi a quelle che sono le prese di posizione da una parte e dall’altra. Lilly, nel concreto, ritiene ben poco corretta la pratica di “spingere” il browser su Windows innanzitutto perchè non trattasi di un update di software già scelto in precedenza, ma anche perchè Safari diviene un elemento aggiuntivo di possibile pericolosità per l’utenza (la quale non sempre aggiorna con costanza i propri software e, in parallelo, non sempre ha immediatamente a disposizione le patch desiderate). L’atteggiamento Apple, insomma, sarebbe sbagliato perchè «mina la fiducia che tutti insieme stiamo cercando di costruire con gli utenti. Perchè significa che un update non è soltanto un update, ma può essere qualcosa di più. Perchè infine mina la sicurezza degli utenti sul Web erodendo tale relazione. È un cattivo comportamento e che andrebbe fermato».
Le parole di Lilly lasciano immediati straschichi in rete: l’intervento viene ripreso dai più e l’atteggiamento poco limpido di Apple sulla vicenda viene stigmatizzato con decisione da tutti coloro i quali vedono nella cosa una strategia poco da “Steve” e molto da “Bill”. Il CEO Mozilla, nel frattempo, risponde a quanti ne hanno criticate le dichiarazioni con un nuovo inno alla libera competizione. Il nuovo post che va a rimpolpare le posizioni espresse sul John’s Blog, soprattutto, difende la non equivocità delle dichiarazioni di Lilly: «la competizione – e la possibilità di scelta – sono centrali in tutto quel che facciamo. Senza, non andremo da nessuna parte». Netflix possa competere con Blockbuster, FriendFeed possa ambire a Facebook, Mozilla possa lanciare il proprio guanto della sfida ad Apple: il mercato deve avere meccanismi limpidi, Lilly non chiede altro e pretende che le sue parole non siano interpretate come una mossa ostruzionistica.
Apple rimane sulla graticola anche dopo il secondo post in poche ore, insomma. Centinaia di commenti si accumulano e molti bocciano la scelta di Cupertino, ma non finisce qui: la settimana iniziata con la Pasqua sembra preannunciarsi come una vera settimana di “passione” per Cupertino, con Safari 3.1 al centro delle attenzioni anche per questioni che ben poco hanno a che vedere con strategie di mercato e concorrenza.
Problema numero due: Safari 3.1 sembra non andare troppo d’accordo con Windows XP. Secondo quanto segnalato da InformationWeek, dopo il rilascio della nuova versione il browser Apple avrebbe portato seri problemi ad alcuni utenti con crash continui che hanno lasciato finora traccia di sé stessi solo nelle lamentele portate online da quanti ne hanno sperimentato il fastidio. La cosa non è ancora quantificabile e non risulta esserci ancora alcuna conferma proveniente da Cupertino, ma un possibile problema su XP potrebbe limitare sul nascere le possibilità che il browser con la mela sta cercando sul campo nemico.
Terzo problema, ultimo solo in ordine di tempo: Safari 3.1 risulta soffrire di una duplice vulnerabilità giudicata da Secunia (SA29483) come «altamente critica».
Il problema, la cui scoperta è accreditata a Juan Pablo Lopez Yacubian, causa al sistema rischio grave di spoofing e di accesso arbitrario da remoto. Nessuna patch è al momento disponibile, per cui le possibilità per l’utenza sono di duplice natura: utilizzare un browser alternativo (la vendetta è un piatto da consumarsi freddo, ma l’occasione per Mozilla sembra giungere decisamente a caldo) o evitare la navigazione su siti non sicuri.
La situazione, dunque, mette Safari all’angolo: Apple sta spingendo sui sistemi Windows un browser che potrebbe avere problemi di compatibilità e che comunque risulta essere gravemente vulnerabile già a pochi giorni dal rilascio. Alla luce di tale situazione e delle critiche provenienti dal mondo legato a Firefox, v’è da attendersi un sollecito intervento Apple a risoluzione della situazione venutasi a creare.
L’utenza se lo aspetta. Mozilla l’ha richiesto. La storia lo pretende.