Google introdusse Safe Browsing (Navigazione Sicura in italiano) nell’ormai lontano 2007 con un obiettivo ben preciso: tutelare la sicurezza degli utenti durante le loro sessioni online, agendo in maniera discreta, ma sufficientemente efficace per individuare e bloccare le minacce nascoste nei meandri della grande Rete. Oggi il gruppo di Mountain View tira le somme sui risultati fin qui raggiunti.
In un post pubblicato sulle pagine del blog ufficiale, bigG afferma che sono attualmente tre miliardi i dispositivi protetti dalla tecnologia. Un incremento notevole rispetto ai due miliardi di cui si era parlato nel maggio 2016. Nel corso degli ultimi dodici mesi, Safe Browsing ha esteso il proprio raggio d’azione al servizio Gmail accessibile da Web e alle applicazioni realizzate da sviluppatori di terze parti: su Snapchat, ad esempio, è possibile controllare l’integrità di un URL contenuto in un messaggio ancor prima di mostrarlo sul display del destinatario. Focalizzando l’attenzione sul mondo Apple, anche il sistema operativo macOS, iOS e il browser Safari possono beneficiarne.
Stando a quanto affermato da Google, Safe Browsing è parte integrante del sistema Play Protect di recente aggiunto alla piattaforma Android per tenere malware e altre tipologie di codice maligno lontane dai device. Il percorso evolutivo della tecnologia non è concluso: il gruppo di Mountain View ha intenzione di migliorarla ulteriormente, sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale e rendendola ancora più efficacie sui dispositivi mobile, in particolare per coloro che si trovano a navigare su network con una banda ridotta.
Proteggere tutti gli utenti, su tutte le piattaforme, rende Internet più sicuro per tutti. Ovunque il futuro di Internet ci porterà, Safe Browsing sarà lì, continuando a evolvere, a espandersi e a proteggere gli utenti in ogni luogo.