A distanza di poco più di un mese dall’originale denuncia Microsoft nei confronti di SalesForce per la presunta violazione di 9 brevetti, SalesForce ha controdenunciato il gruppo di Redmond mettendo sul tavolo 5 brevetti ulteriori per controbilanciare la situazione e rilanciare la sfida.
Eccoli i brevetti contestati, attorno al quale verte la seconda parte di una querelle legale destinata a dire molto sul futuro del comparto:
- Brevetto n.6,813,633, “Dynamic multi-level cache manager”
- Brevetto n.6,918,059, “Method and system for handling errors in a distributed computer system”
- Brevetto n.7,024,454, “Work sharing and communicating in a web site system”
- Brevetto n.7,209,929, “Java object cache server for databases”
- Brevetto n.7,305,454, “Apparatus and methods for provisioning services”
SalesForce, inoltre, rincara la dose presentandosi alla sbarra con un legale d’eccellenza. Trattasi di David Boies, colui il quale rappresentò a suo tempo il Dipartimento di Giustizia USA nella causa antitrust contro Microsoft nei primi anni ’90: un nome conosciuto, quindi, per far capire a Redmond quanto SalesForce intenda difendere la propria posizione. La guerra verbale, nel frattempo, ha già avuto inizio: Marc Benioff, CEO SalesForce, ha fatto riferimento a Microsoft con toni dispregiativi definendo l’azienda un “patent troll” (chiaro il riferimento alla precedente denuncia).
Horacio Gutierrez, Vice President and Deputy General Counsel Microsoft, conferma la notifica della denuncia ma non entra nello specifico. Con apposita comunicazione ufficiale, il responsabile legale spiega di voler guardare avanti e di proseguire il percorso stabilito per giungere ad una risoluzione di successo che, oltre a definire lo status delle violazioni indicate, stabilirà con quali condizioni le parti potranno sfidarsi sul prossimo mercato dalle uova d’oro: il cloud computing.