Lo scorso anno alla Samsung Developer Conference 2017, le piattaforme SmartThings, Samsung Connect e Artik sono state inglobate in un unico servizio, chiamato SmartThings Cloud. Alla conferenza 2018, Jaeyeon Jung, vicepresidente della divisione Ingegneristica di Samsung, ha ricordato che SmartThings è un modo per rendere “più intelligenti le nostre città, case e automobili, e la nostra vita più facile. Si tratta di un mercato in crescita massiccia, che varrà oltre 500 miliardi entro il 2021”.
Cosa vuol dire? Beh, che Samsung deve trarre il più alto beneficio possibile dallo sviluppo di SmartThings. Lo farà puntando ancora di più sui partner, software house grandi e piccole, al lavoro su progetti pronti a utilizzare l’hub della coreana come sistema centrale di gestione. La multinazionale ha dunque aperto le proprie API a molti più sviluppatori, assicurandosi di poter rendere SmartThings uno snodo preferenziale verso la creazione dell’IoT del futuro.
Ad agosto Samsung aveva presentato SmartThings Wi-Fi, una rete mesh che funge da centro di controllo per vari oggetti connessi; ad oggi lavora con la compagnia Plume per creare un programma di monitoraggio del wireless basato sulla AI. Nello specifico è un router che utilizza l’intelligenza artificiale per apprendere le abitudini degli utenti e ottimizzare le prestazioni in tempo reale, così da offrire copertura e velocità all’interno di una casa o un ufficio.
L’idea non è solo quella di estendere SmartThings per la produzione di contenuti ma anche per accogliere una più ampia gamma di prodotti. Ad esempio, il supporto all’ecosistema è arrivato da poco sui televisori e frigoriferi intelligenti del gruppo, in modo da ricevere una notifica dal forno, quando è cotta la pizza, e visualizzarla sulla TV, in una sorta di flusso continuo che si sposa perfettamente con l’iperconnettività odierna.