Già in cella nel mese di febbraio, Lee Jae-yong vede oggi confermate le accuse di corruzione e appropriazione indebita. Una tegola per il vicepresidente di Samsung Group, erede designato dell’impero sudcoreano, che trova ora davanti a sé la prospettiva di trascorrere cinque anni dietro le sbarre. I media locali hanno definito la vicenda “il processo del secolo”.
La strategia difensiva, rivelatasi inefficace, si è basata su un principio che il giudice non ha ritenuto sufficiente per scagionare l’imputato: impossibile controllare tutti i movimenti e tutte le attività di un colosso come Samsung, che controlla decine e decine di aziende e sussidiarie operanti in pressoché qualsiasi territorio e mercato. Se è vero che siamo abituati a pensare all’azienda in qualità di produttore di elettrodomestici e dispositivi elettronici (come il Galaxy Note8 appena presentato), le tante filiali distribuite in tutto il mondo toccano ambiti come quelli della meccanica, della chimica, la finanza, i servizi al dettaglio, l’ingegneria, l’edilizia, l’intrattenimento e l’industria navale.
La vicenda è complessa e si dirama fino a raggiungere i palazzi del potere, arrivando a interessare l’ex presidente Park Geun-hye, prima donna a ricoprire l’incarico nella Corea del Sud, arrestata il 30 marzo scorso per corruzione. Si parla di circa 38 milioni di dollari messi sul tavolo da Lee Jae-yong per ottenere il via libera dal governo alla fusione tra due delle 60 società controllate dal gruppo, una mossa che avrebbe garantito al 49enne l’ascesa al trono dell’impero Samsung, succedendo al padre Lee Kuhn-ee che ormai da anni versa in condizioni di salute molto critiche. Da verificare come il gruppo saprà gestire la situazione, se il terremoto che sta colpendo i piani alti avrà ripercussioni sul resto dell’organigramma e sulle numerose attività condotte.
Classe 1968, Lee Jae-yong (noto anche come Jay Y. Lee) è ritenuto la terza persona più ricca del paese, con un patrimonio stimato in 7,9 miliardi di dollari. Nel 2014 la rivista Fortuna l’ha definito la 35esima persona più potente al mondo. I suoi collaboratori lo dipingono come un leader cortese e dal carattere tranquillo, ma estremamente determinato. È conosciuto anche per il suo rapporto diretto e aperto con la stampa, nonché per la sua abitudine di rispondere in prima persona a molte delle email recapitate all’azienda.