Il 10 ottobre, Samsung ha deciso di interrompere la produzione e la vendita dei Galaxy Note 7, in seguito al surriscaldamento della batteria che, in alcune circostante, ha causato un’esplosione con la fuoriuscita di fiamme e fumo. Il produttore coreano ha quindi avviato una campagna di richiamo, ma non tutti gli utenti hanno consegnato il proprio dispositivo. Per tale motivo è previsto il rilascio di un aggiornamento software che renderà inutilizzabile lo smartphone.
Samsung ha comunicato che il 93% dei Galaxy Note 7 venduti negli Stati Uniti sono stati restituiti dagli utenti che hanno seguito le indicazioni del programma Refund and Exchange (rimborso totale della spesa o sostituzione con un altro smartphone). Tra fine ottobre e inizio novembre, il produttore coreano aveva distribuito un update che limitava la carica della batteria al 60% e visualizzava un avviso ogni volta che il phablet veniva acceso. Questo aggiornamento è stato rilasciato anche in Italia il 31 ottobre, sebbene il numero di unità vendute era molto limitato.
Per raggiungere il 100% di smartphone restituiti, Samsung ha deciso di bloccare completamente la ricarica del Galaxy Note 7, trasformando di fatto il dispositivo in un costoso fermacarte. L’aggiornamento verrà distribuito negli Stati Uniti a partire dal 19 dicembre. L’operatore Verizon ha tuttavia dichiarato che non disattiverà i phablet dei suoi clienti, impedendo il loro utilizzo durante le festività natalizie.
In Europa verrà invece adottata un’altra strategia. Il prossimo 15 dicembre inizierà la distribuzione di un update software che limiterà la carica della batteria al 30%. In pratica, gli utenti che si ostinano ad usare il phablet saranno costretti a ricaricarlo almeno due o tre volte al giorno.