Una delle novità introdotte con il Galaxy S9 riguarda il lettore di impronte digitali, spostato sotto la fotocamera per facilitare il suo utilizzo. Finora si ipotizzava che la versione in-display del sensore biometrico sarebbe arrivata con il Galaxy Note 9, ma un noto analista ritiene che la soluzione sia ancora poco affidabile.
Vivo ha recentemente annunciato il primo smartphone (X20 Plus UD) con lettore di impronte digitali in-display e presto avvierà la produzione di un modello con il 50% dello schermo riservato al sensore biometrico. La tecnologia sviluppata da Synaptics offre un’adeguata sicurezza, ma secondo l’analista Ming-Chi Kuo di KGI non soddisfa i requisiti di Samsung. Gli smartphone del produttore coreano sono utilizzati anche da militari e dipendenti del governo, quindi è necessario garantire la massima protezione dei dati.
Samsung ha testato vari tipi di sensori ottici e ad ultrasuoni, senza tuttavia trovare quello che rispetta di elevati standard richiesti. In pratica, la tecnologia non è ancora matura per un utilizzo di massa. Secondo l’analista, il Galaxy Note 9 avrà ancora un lettore di impronte tradizionale. Per il lettore in-display si dovrà attendere la prima metà del 2019.
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In base alle prime indiscrezioni, il phablet di Samsung avrà uno schermo Super AMOLED da 6,3 pollici con risoluzione di 2960×1440 pixel, processori Snapdragon 845 e Exynos 9810, 6 GB di RAM, 64/128/256 GB di storage, dual camera posteriore da 12 megapixel, fotocamera frontale da 8 megapixel, batteria da 3.300 mAh, una nuova S Pen e sistema operativo Android 8.1 Oreo. L’annuncio è previsto per il mese di agosto.