La borsa ha espresso nelle ultime ore un giudizio estremamente chiaro: -6,18% nell’ultima seduta per il titolo Samsung, bocciando così l’azienda coreana dopo che alcuni report hanno ipotizzato prospettive di rallentamento per il gruppo. Nulla di serio e nulla di compromesso, ma la sensazione che il picco della crescita sia raggiunto si è fatto largo tra gli investitori.
Sulla base di quanto trapelato, infatti, Samsung potrebbe soffrire di un rallentamento nei propri device di alta gamma, in primis il noto Samsung Galaxy S4, le cui vendite sarebbero al di sotto delle aspettative. Il rallentamento avrebbe consigliato all’azienda di sviluppare soluzioni di minor caratura e minor costo sul mercato (ad esempio il Samsung Galaxy S4 Mini), prototipi che il mercato stesso avrebbe già apprezzato e premiato. Se il volume di vendite non sarà intaccato, insomma, è invece a rischio il margine ricavabile dalle vendite: il rallentamento dei top di gamma mette insomma a rischio le prospettive di lungo periodo e porta la borsa a sgonfiare il valore di capitalizzazione dell’azienda.
Il Galaxy S4 è stato unanimamente riconosciuto come uno dei device di maggior prestigio per l’attuale stagione, tuttavia si trova a scontrarsi con la sorpresa HTC One, con l’imminente ritorno alla carica dell’iPhone, con il rilancio di BlackBerry e con l’estensione continua della gamma Lumia: una parziale erosione delle potenzialità del dispositivo di punta è ben compensato dalla distribuzione di terminali dal prezzo minore, ma i margini operativi si affievoliscono consegnando messaggi di incertezza a borse non propriamente ben disposte nei confronti del rischio.
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Il tonfo è però soltanto una tappa temporanea in una corsa che Samsung vive al continuo rialzo ormai da anni: da inizio 2012 il valore del gruppo è cresciuto di circa il 50% sulla scia dei successi ottenuti nel mondo mobile, ma ora il momento è maturo per una nuova riflessione su una ascesa che ha dettato il ritmo al successo di Android.