I Samsung Galaxy S7 e S7 edge, presentati al Mobile World Congress di Barcellona, non sono esteticamente molto diversi dai Galaxy S6 e S6 edge, ma il produttore coreano ha introdotto alcune interessanti novità che soddisfano le richieste degli utenti e consentono un uso più “flessibile” degli smartphone. Per mostrare in dettaglio le soluzione tecniche adottate, Samsung ha effettuato un teardown dei nuovi dispositivi, in vendita da oggi anche in Italia.
Le uniche differenze tra i due modelli sono il display Quad HD (2560×1440 pixel) usato per il Galaxy S7 edge (curvo da 5,5 pollici) rispetto a quello del Galaxy S7 (flat da 5,1 pollici). Entrambi possiedono un telaio in alluminio e vetro, resistono all’acqua e alla polvere, e integrano uno slot microSD. La dotazione hardware comprende inoltre processori Snapdragon 820 (Stati Uniti e Cina) e Exynos 8890 (resto del mondo), 4 GB di RAM LPDDR4, 32/64 GB di memoria flash UFS 2.0, fotocamera posteriore Dual Pixel da 12 megapixel e fotocamera frontale da 5 megapixel.
Per rispettare le specifiche IP68, Samsung ha inserito uno strato protettivo sulla parte interna dei vetri posteriore e frontale. Tutte le porte sono state realizzate in materiali anticorrosivi (nickel e platino) e protette con guarnizioni in gomma. Sulla scheda madre “dual side” sono saldati anche il sensore per i battiti cardiaci, il modulo NFC, il sensore magnetico per i pagamenti mobile e il chip per la ricarica wireless. Come ha verificato iFixit, l’accesso ai componenti è piuttosto complicato, quindi l’eventuale riparazione fai-da-te è praticamente impossibile.
La parte più interessante del teardown di Samsung è quella che svela il funzionamento del sistema di raffreddamento. All’interno di una heat pipe scorre un fluido che cambia stato, quando scorre da un parte all’altra del “diffusore termico”. Durante le attività più pesanti, come l’esecuzione dei giochi, è necessario smaltire il calore generato dal processore. Il fluido evapora, assorbendo energia termica, e si sposta verso l’estremità più fredda della heat pipe. Qui si condensa e viene assorbito da un materiale poroso, rilasciando l’energia termica. Il processo si ripete più volte, sfruttando la forza capillare.