Samsung progetta occhiali per la realtà aumentata?

Un brevetto depositato da Samsung a settembre descrive una tecnologia che consente agli smart glass di proiettare immagini 3D sulle mani o su altri oggetti.
Samsung progetta occhiali per la realtà aumentata?
Un brevetto depositato da Samsung a settembre descrive una tecnologia che consente agli smart glass di proiettare immagini 3D sulle mani o su altri oggetti.

Google non è l’unica azienda impegnata nello sviluppo di smart glass. Samsung ha depositato a settembre numerosi brevetti relativi ad occhiali per la realtà aumentata che, se realizzati, dovrebbero offrire funzionalità più avanzate dei Google Glass. Leggendo le caratteristiche descritte nei brevetti, si potrebbe affermare che gli smart glass immaginati dal produttore coreano siano più simili al visore Microsoft HoloLens.

I Google Glass permettono all’utente di interagire con il dispositivo mediante comandi vocali o tocchi delle dita sul lato destro della montatura. In base ad uno dei brevetti depositati da Samsung, nei suoi smart glass sono invece integrate due videocamere che proiettano immagini tridimensionali a mezz’aria per creare un’interfaccia virtuale, attraverso la quale è possibile interagire con le app e le funzioni dello smartphone. L’azienda coreana vuole inoltre utilizzare la realtà aumentata per proiettare oggetti digitali sugli oggetti reali.

L’utente, ad esempio, può proiettare sul palmo della sua mano il keypad o la tastiera virtuale dello smartphone per effettuare una chiamata telefonica o inviare un messaggio di testo, usando l’altra mano. In maniera analoga, gli occhiali possono proiettare su una scrivania le app e i giochi, consentendo l’interazione con dita e stilo. La tecnologia, denominata SixthSense, è stata sviluppata da Pranav Mistry, uno degli esperti di realtà aumentata che ha collaborato con Samsung alla realizzazione del visore Gear VR.

Samsung sottolinea che gli attuali metodi di input sono limitati. È difficile eseguire tutte le operazioni, usando unicamente i comandi vocali. Gli smart glass devono invece offrire diversi metodi di input, tra cui il “touch in-air” descritto nel brevetto.

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