Samsung rinuncia a SanDisk

Dopo quasi sei mesi di sforzi e una offerta pubblica di 5,85 miliardi di dollari, Samsung ha deciso di ritirarsi definitivamente dalla cordata per l'acquisizione di SanDisk. Nel frattempo anche Toshiba inizia a giocare le proprie carte
Samsung rinuncia a SanDisk
Dopo quasi sei mesi di sforzi e una offerta pubblica di 5,85 miliardi di dollari, Samsung ha deciso di ritirarsi definitivamente dalla cordata per l'acquisizione di SanDisk. Nel frattempo anche Toshiba inizia a giocare le proprie carte

Sembra essere giunto al termine il tentativo da parte di Samsung di acquisire SanDisk, il più grande produttore di memorie flash del mondo. Dopo quasi sei mesi di corteggiamento e una offerta pubblica di 5,85 miliardi di dollari prontamente rifiutata, il colosso coreano ha deciso di gettare la spugna e ha ritirato dal piatto la propria offerta. Nel frattempo Toshiba, già da tempo pronta a tendere un agguato a Samsung per scongiurare una sua escalation nel settore delle memorie, gioca finalmente le proprie carte preparandosi ad acquisire circa il 30% della capacità produttive delle fabbriche di Yokkaichi Operations, parte della joint venture tra le due società.

Le motivazioni alla base della rinuncia da parte di Samsung sarebbero duplici: da un lato ha suscitato preoccupazione l’incerta situazione finanziaria di SanDisk, la quale ha chiuso il terzo trimestre 2008 con perdite pari a 250 milioni di dollari, mentre dall’altro non è stata vista di buon occhio la sopraccitata negoziazione tra la società coreana e il produttore di memorie. In seguito a tale accordo infatti, la quota di proprietà di Toshiba passerà al 65%, lasciando a SanDisk il rimanente 35% (attualmente le due società partecipano alla joint venture in egual misura).

Lee Yoon-woo, vice presidente e CEO di Samsung ha così recapitato una missiva a SanDisk, dichiarando di non essere più intenzionato a mettere sul tavolo una proposta da 26 dollari per azione, pur rimanendo potenzialmente ancora interessato all’acquisizione della società. «I vostri sorprendenti annunci di perdite operative pari a 250 milioni di dollari, una affrettata rinegoziazione dei rapporti con Toshiba e le perdite lavorative nella vostra organizzazione, concorrono tutte a incrementare il vostro profilo di rischio e a deteriorarne il valore», ha scritto Lee nella lettera. «Come risultato di questi sviluppi, non siamo più interessati ad acquisire SanDisk per 26 dollari ad azione».

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