La prima serata della 60esima edizione del Festival di Sanremo sarebbe stata tradizionale quanto tutte le 59 edizioni precedenti, se non fosse che, nel 2010, “cinguettare” su Twitter è diventata un’abitudine consolidata anche in Italia.
L’uso di Twitter per gli aggiornamenti televisivi, nel momento stesso in cui i programmi vengono trasmessi, ha trasformato anche un programma come Sanremo in un evento fortemente, e incontrollabilmente, interattivo.
Un esempio? Basta fare un salto su Monitter, inserire parole chiave come “Sanremo” ed ecco scorrere sotto i nostri occhi, in pochi minuti, centinaia di messaggi dei telespettatori.
E non è tutto: artisti e ospiti, come ad esempio Dita Von Teese, hanno aggiornato costantemente i loro account per tutta la durata della prima serata del Festival.
Volente o nolente, anche il tradizionale Sanremo diventa un evento pienamente 2.0 in cui i telespettatori non si lasciano certo mancare commenti accesi o coloriti, superando i limiti della formalità televisiva.
Dal punto di vista dei nuovi media, si tratta di un approccio all’interazione che cambia radicalmente il ruolo del telespettatore: prima dei commenti dei giornalisti e dei blogger, prima dei giudizi della critica istituzionale, esattamente nel momento stesso in cui i cantanti si esibiscono, sono i telespettatori da casa a poter far sentire la propria voce.
Se Sanremo è Sanremo, Twitter è Twitter, e con Twitter il Festival è tutta un’altra cosa.
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