Il Festival di Sanremo ha portato, a quanto pare, molte polemiche, come ormai di consuetudine. Tra le discussioni avvenute a margine, sono sicuramente da segnalare le esternazioni di Rudy Zerbi, presidente di Sony Music Italia, sul problema della pirateria musicale:
È iniziato il festival di Sanremo e c’è già chi è pronto a mettere in circolazione copie pirata delle canzoni.
Tralasciato ogni riferimento alla kermesse canora, Zerbi ha iniziato a lamentarsi del P2P, pretendendo giustizia e, possibilmente, nuovi spazi per i propri affari. La pirateria via Internet, specialmente via P2P, sembra essere la causa della crisi che sta colpendo l’industria della musica. La quale, pare, stia in così cattive acque da non potere più investire in sperimentazioni musicali e nei giovani:
Se come discografico, fino a 5/10 anni fa, i margini della produzione mi consentivano di finanziare tutta un’attività di sperimentazione che offriva un’opportunità di lancio per giovani artisti sconosciuti, oggi tutto ciò non è più possibile. Quindi il danno non è solo industriale ma anche artistico, perché si riducono gli spazi per tanti giovani talenti di farsi sentire e vedere.
Certamente il fatto che Internet e la libera circolazione della musica riducano “gli spazi per i giovani di farsi sentire e vedere” è un evidente controsenso. A meno che non si accetti l’idea, alquanto bizzarra, che i giovani per farsi “sentire” e “vedere” debbano per forza cedere i diritti di sfruttamento della loro immagine alle case discografiche. Come al solito, l’impressione è che l’industria della musica sia in crisi semplicemente perché strutturalmente e tecnologicamente obsoleta.
Ma per Zerbi, Internet è anche un sicuro terreno di investimento. Anzi, seguendo la corrente degli ultimi tempi, prova a rilanciare una proposta ai provider:
Ormai la svolta sta solo nella possibilità di stringere accordi, come avviene nelle trasmissioni delle TV satellitari, con i principali Internet service provider e, per una cifra aggiuntiva mensile o annuale di pochi euro, permettere all’utente di avere a disposizione l’intero catalogo dei produttori musicali con un download ufficiale e garantito, anziché cercare file rubati. In questa direzione ormai stiamo lavorando. Siamo in contatto con diversi provider nazionali e questo è l’unico modo per conciliare legalità e appassionati della musica.
Sicuramente, un’alternativa legale e a poco prezzo del filesharing potrebbe mettere, finalmente, d’accordo utenti e case discografiche. Bisogna sottolineare, tuttavia, che il P2P offre delle potenzialità di libertà e cultura non indifferenti che, semplicemente, oltrepassano ciò che una casa discografica potrà mai offrire.