Il passo è deciso, lo sguardo fiero, la presenza sicura: prima ancora di aver proferito parola, Satya Nadella ha già conquistato la platea del Future Decoded di Roma. La platea è quella delle grandi occasioni: tutto esaurito all’Auditorium Parco della Musica, perché l’evento è di quelli che contano. Non ci sono novità da ascoltare, questo si sa fin dall’inizio. Ma c’è un’empatia da misurare. C’è un rapporto da ricucire. Passo dopo passo, Satya Nadella conquista il centro del palcoscenico e abbozza quel sorriso timido che lo contraddistingue in gran parte delle fotografie ufficiali che ne ritraggono il profilo. Il resto è uno speech tutto in discesa che, più che conquistare le menti attraverso il ragionamento, vuol solleticare il cuore attraverso un’emozione.
Satya Nadella, il ritorno del romanticismo
Potrebbe superficialmente apparire paradossale, ma l’avvento di un amministratore delegato il cui profilo tecnico è noto a tutti, sarà ricordato più che altro per le emozioni suscitate. Quel che traspare, infatti, è il carisma: l’aura di cui Nadella sa circondarsi è tutta nella sua parlata scandita (a cui contribuiscono in modo importante le sue origini indiane), nei suoi movimenti pacati, nelle sue pause, nel suo modo di gesticolare quasi spigoloso. Le mani sempre in tensione, e spesso unite per contraddistinguere ora il concetto di “unione” e ora quello di “collaborazione”, accompagnano uno speech che snocciola una dopo l’altra le tappe che Microsoft sta affrontando lungo il proprio percorso di trasformazione.
Satya Nadella parla di cloud e di nuovi modelli di business, parla di Hololens e lo sfrutta come ponte per dipingere la Microsoft che verrà. Il futuro è nella mobilità dell’esperienza, nella possibilità di utilizzare i propri servizi ovunque l’utente ne possa desiderare l’accesso, in una nuova dimensione della produttività nella quale l’accesso ai servizi prescinde dal dispositivo utilizzato. L’esordio di Office su iPad è dipinto come il momento chiave: è la dimostrazione tangibile della nuova strategia, è il momento in cui la Microsoft di Satya Nadella mette in tavola le proprie carte e gioca a volto scoperto. Perché non è tutta questione di competizione: è il momento di parlare di collaborazione.
Ma se la keynote di Nadella attraversa fasi ben note agli addetti ai lavori, il tono si fa via via sempre più caldo e coinvolgente. Le mani continuano a unirsi e gli occhi a fissare la platea in cerca di un’intesa: Microsoft sta cambiando e vuole portare assieme a sé gli utenti pronti nuovamente ad innamorarsi del brand. La metafora è stata utilizzata da Nadella fin dal primo giorno perché questo è l’obiettivo: scaldare nuovamente i cuori degli utenti affinché la scelta Microsoft non sia soltanto una scelta dettata da logica e da esigenza, ma una opzione fatta di passione e di istinto.
Il nostro mercato non rispetta la tradizione: rispetta solo l’innovazione
Satya Nadella
Poi la chiusura, improvvisa, quasi fuggendo dal palcoscenico: la falcata lunga e sicura sembra voler rifuggire l’applauso, che pure piove caloroso dalle migliaia di persone presenti. Nadella sembra quasi non voler oscurare i contenuti con una presenza che si trasformerebbe in culto della persona: riceve gli applausi in fase di uscita, ringrazia Fabio Santini come rappresentante del Future Decoded presente sul palcoscenico e scompare dietro le quinte. Un filmato copre questi ultimi istanti con l’estremo messaggio: sono elencati tutti gli endorsement di quanti hanno palesato la propria convinzione per cui la nuova Microsoft sia già l’attuale Microsoft. Il cambiamento è già qui, vivo, presente. Il futuro fa già parte del presente. Ha un nome e una parlata pacata e scandita dalle origini indiane, ha un sorriso accennato e un’aura carismatica.
La presenza di Satya Nadella a Roma è stata soprattutto la sommatoria di quegli sguardi lanciati alla platea. E nel feeling che si è creato in pochi minuti di keynote dai quali è emersa tutta la passione di un CEO che promette la rivoluzione.