Affinché non siano parole che passano inosservate, teniamo a pubblicare con un post dedicato le parole di Gabriella Carlucci la quale, cogliendo l’occasione della “caccia allo sbirro”, torna a ribadire la propria proposta contro l’anonimato in Rete:
È arrivato il momento di combattere ed eliminare l’anonimato su Internet. Ancora una volta anonimi delinquenti usano Internet per diffamare, dileggiare, schedare, offendere, denunciare. Questa volta ad essere colpite sono state addirittura le forze dell’ordine, schedate e offese da un blogger anonimo. L’ennesimo inaccettabile caso di uso improprio della rete che dimostra quanto urgente e necessaria sia una normativa che impedisca ai farabutti di usare la rete per finalità eversive, coprendosi dietro il paravento dell’anonimato. Spesso le forze dell’ordine svolgono attività investigativa, infiltrandosi nelle organizzazioni sovversive ed illegali. Smascherarli e segnalarli pubblicamente costituisce un grave danno ed un grave pericolo. Occorre un’attività preventiva che impedisca il ripetersi di episodi simili. Spero che la legge anti-anonimato che ho presentato in Parlamento venga presto approvata. Internet non può continuare ad essere il luogo nel quale regna l’impunità e l’illegalità
Tutto ciò, però, ad appena poche ore di distanza dalla Raccomandazione dell’UE per una legiferazione maggiormente attenta ai diritti degli utenti.
Ora: delle due, una. Giudicare il caso specifico alla luce dei due testi non è semplice, poiché non si conoscono i fatti nei dettagli né tantomeno si possono mettere a confronto due filosofie partendo da un caso specifico. Della proposta Carlucci, però, molto si è già detto. Vedere che, anche dopo la Raccomandazione dell’UE, la posizione è ribadita, significa che le parole provenienti da Bruxelles hanno avuto portata relativa e che in Italia occorrerà scontrarsi con una certa pressione ancora per molto tempo.