Eh si, secondo DarkApples, un nuovo blog dedicato all’hacking dei prodotti di Apple, sarà praticamente impossibile praticare qualunque forma di sblocco sull’iPhone 3G.
L’iPhone è dotato di un processore ARM che include la funzionalità Trusted Zone (da sempre presente in iPhone ma mai sfruttata, almeno fino alla beta 7 del nuovo firmware); per capire quali siano gli utilizzi di questa tecnologia, potete dare un’occhiata alla voce Trusted Computing, su Wikipedia ma, in poche parole, si tratta di un modo per identificare univocamente un dispositivo tramite una chiave hardware e garantire maggiore sicurezza nel suo utilizzo non escludendo, però, un eventuale utilizzo per controllare gli utenti (No1984.org è il sito italiano di riferimento per gli oppositori di questa tecnologia).
Secondo iRev, l’autore del post su DarkApples, a partire dalla versione beta 7 del nuovo firmware non solo tutte le applicazioni girano in modalità trusted ma è lo stesso per ogni singola parte del firmware e questo rappresenta un ostacolo invalicabile poiché in questo modo niente che non sia validato da Apple potrà essere eseguito dall’iPhone.
Questo significa che sarà impossibile il JailBreak (che si esegue alterando un file, cosa che verrà rilevata dal chip e trasformerà il vostro iPhone in un simpatico fermacarte) e lo stesso vale per la falsa attivazione.
Qualche spiraglio rimane aperto per il Sim-Unlock: la possibilità di realizzarlo dipende da come sia stato implementato il nuovo boot-loader, componente con il quale nessuno ha avuto a che fare; iRev sembra comunque piuttosto pessimista anche su questa possibilità.
In definitiva:
- chi acquisterà un iPhone 3G non potrà craccarlo;
- chi possiede un modello 2G, craccato e MAI attivato, potrà utilizzarlo al massimo con il firmware 1.1.4 (aggiornamento = morte del telefono);
- chi possiede un iPhone 2G legalmente attivato, ma craccato, sarà presumibilmente obbligato ad utilizzarlo solo con la SIM originale.