La US Federal Communications Commission ha chiuso lunedì il bando che metteva a disposizione attraverso un’asta le frequenze che rientrano nel range dei 698-806MHz. Le diverse società interessate all’acquisto avevano sinora pianificato le loro decisioni nel massimo riserbo; ora in quadro della situazione comincia a prendere una forma più definita. Google, Cox Communications e Frontline Wireless hanno annunciato la partecipazione all’asta nel corso della giornata di venerdì tramite un comunicato stampa, mentre AT&T ha confermato la sua partecipazione tramite le parole di un portavoce. Verizone Wireless (società fondata da Verizon Communications e Vadafone) non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, Sprint Nextel non intende partecipare all’asta poichè ritiene di possedere già uno spettro sufficientemente ampio di frequenze, mentre Startup Frontline Wireless ha confermato il suo interesse nell’acquisizione.
Comcast Corp (uno dei più importanti operatori americani nel campo della Tv via cavo) ha espresso chiaramente l’intenzione di non partecipare all’asta: «lo spettro da 20 MHz acquisito grazie all’asta wireless della scorso anno assieme ai nostri partner in SpectrumCo ci fornisce una flessibilità a lungo termine e molte scelte strategiche», ha dichiarato il Senior Vice President di Comcast D’Arcy Rudnay. La banda in palio rappresenta un ghiotto boccone, tanto che l’asta è stata definita “last, best hope” da alcuni gruppi di consumatori poichè permette di creare un network estremamente veloce in grado di veicolare segnali vocali e/o dati, in grado di competere in futuro con i provider che offrono una connessione DSL o tramite fibra ottica.
Google si era già dimostrata estremamente interessata ad aggiudicarsi le frequenza da 700 MHz, promettendo di mettere sul piatto qualcosa come 4,6 miliardi di dollari, pur subordinando la sua acquisizione all’accettazione di alcune regole da parte dell’FCC che si proponevano di adottare un modello aperto e altamente competitivo nel pieno interesse dei diritti dei consumatori.
Ciò nonostante, serpeggia l’ipotesi per cui quello di Google possa essere un celato bluff: quel che conta per il gruppo è l’imporre regole precise al sistema che va configurandosi, mentre una scommessa vera e propria potrebbe andare oltre quello che è l’attuale core business dell’azienda di Mountain View. Trattasi, ovviamente di supposizioni basate su valutazioni prive di supporto, analisi che probabilmente troveranno maggior affidabilità nel momento in cui saranno pubbliche e cifre ufficializzate alla FCC.