Il presidio qualitativo del buon giornalismo non può che restare sul giornale di carta
Di fronte a questa osservazione ci si potrebbe porre in immediata contrapposizione, contestando superficialmente l’apparente leggerezza dell’approccio al problema. Vista l’autorevolezza dell’autore di tali parole, però, conviene approfondire. Perchè dietro queste parole c’è un concetto profondo. Opinabile, ma profondo.
L’idea del presidio qualitativo del giornalismo intrinsecamente correlato alla carta stampata è un’idea espressa da Eugenio Scalfari in occasione di una lectio magistralis di cui Repubblica Tv mette a disposizione alcune parti filmate. Secondo Scalfari l’attuale forma del giornalismo online è debole e viziata, ma lo stesso Scalfari osserva come il fenomeno sia in divenire e dunque ancora un giudizio sostanziale non possa essere fornito.
Quel che si osserva anche, però, è come il giornalismo nel cambiare forma cambierà anche sostanza, il che per certi versi sembra in larga misura il concetto che reggeva mezzo e contenuto della teoria di McLuhan. Secondo Scalfari, ad esempio, l’uso di strumenti che trasmettono messaggi brevi (si parla del mobile, ma il concetto può benissimo essere esteso ad altre forme espressive quali Twitter) tende a comprimere il contenuto, costringendo a semplificazioni e anche ad una fruizione differente. Il passaggio dell’informazione dalle fonti all’utente, processo del quale il giornalista dovrebbe essere protagonista, risulta pertanto radicalmente modificato, con conseguenze deleterie e pericolose.
Vista così, la teoria di Scalfari regge: le nuove forme del giornalismo vanno pensate e meditate e tutto ciò nel momento stesso in cui il giornalismo deve pensare e meditare soprattutto su sé stesso. Le due cose non vanno confuse, così come la crisi del giornalismo non va confusa semplicemente con l’arrivo delle nuove tecnologie.
Scalfari esprime un concetto che racchiude in sé mille dettagli: solo la carta è oggi garanzia di buon giornalismo. Forse è vero. Occorre ora pensare se sia altrettanto vero che la carta è oggi garanzia di buona informazione. E magari capire perchè buona informazione e buon giornalismo non siano più esattamente sinonimi l’uno dell’altro.