La tecnologia offerta dalle stampanti 3D può tornare utile nella prototipazione in ambito industriale, in medicina per riprodurre i tessuti umani e persino nel campo dell’abbigliamento: lo dimostrano le Adidas FutureCraft 4D, molto più che semplici scarpe da ginnastica. Annunciate lo scorso anno, stanno per arrivare sul mercato al prezzo di 400 dollari (circa 330 euro al cambio attuale), grazie a una collaborazione siglata con la realtà taiwanese Invincible.
Sarà possibile acquistarle a partire dal mese di marzo, presso alcuni rivenditori autorizzati. La loro particolarità è rappresentata dalla soletta intermedia, ottenuta appunto dall’impiego di un’avanzata tecnologia di stampa in tre dimensioni, chiamata Digital Light Synthesis e basata sul metodo Continuous Liquid Interface Production messo a punto dall’azienda statunitense Carbon.
Si parte da una vasca contenente resina polimerica fotosensibile allo stato liquido, dalla quale si ottiene la forma desiderata mediante una proiezione accurata di luce ultravioletta. Un metodo che rende il processo molto più rapido rispetto a quanto avviene con le tradizionali tecniche additive basate sull’impiego di filamenti in PLA o ABS. Questo il commento di Eric Liedtke (Board Member Responsible for Global Brands di Adidas).
Con Digital Light Synthesis superiamo le limitazioni del passato, approdando in una nuova era in termini di design e manufacturing. Guidati dalle informazioni fornite dagli atleti e basandoci su agili processi di produzione, stiamo creando un nuovo percorso per l’intera industria, dando libero sfogo alla nostra creatività non solo in quello che facciamo, ma anche in come lo facciamo.
Adidas non è l’unica azienda ad aver pensato come l’impiego delle stampanti 3D possa innovare il processo di realizzazione delle scarpe da ginnastica: proprio su queste pagine, ormai quasi due anni fa, abbiamo parlato delle New Balance Zante Generate, costituite in parte dal materiale DuraForm TPU Elastomer appositamente sviluppato dal team 3D Systems.