Anche se esistono soluzioni che riducono le probabilità di rottura dello schermo, come il Gorilla Glass di Corning, nessuna tecnologia attuale può azzerare questo rischio. Tutto potrebbe cambiare in futuro, grazie al materiale creato dai ricercatori della University of California at Riverside e della University of Colorado che, oltre ad essere trasparente, conduttivo e allungabile, possiede un’altra proprietà interessante, ovvero la capacità di autoripararsi entro 24 ore.
In realtà, LG aveva già sviluppato un materiale che permette di riparare autonomamente piccoli graffi sulla cover posteriore dei suoi G Flex e G Flex 2. Ma in questo caso si parla di riparare lo schermo di uno smartphone. Chao Wang, uno dei componenti del team, ha iniziato ad interessarsi della materia dopo aver letto i fumetti di Wolverine. La chiave dell’auto-riparazione è il tipo di legame esistente nei materiali. I legami covalenti sono forti e non possono riformarsi una volta rotti, mentre i legami non covalenti sono più deboli e dinamici.
Il polimero “self-healing” creato dai chimici delle due università statunitensi sfrutta un nuovo tipo di legame covalente, denominato interazione ione-dipolo. Il materiale può essere allungato fino a 50 volte la sua dimensione originale e, dopo essere stato tagliato in due, si autoripara completamente in un giorno. Grazie alla sua conducibilità elettrica potrebbe essere impiegato per realizzare schermi per smartphone o altri dispositivi elettronici.
Prima di un eventuale arrivo sul mercato è necessario testare il materiale in condizioni estreme, ad esempio in presenza di acqua. Alcuni polimeri, infatti, perdono la loro proprietà di auto-riparazione quando l’umidità è troppo elevata.