L’acquisizione di Motorola da parte di Google ha subito fatto emergere un’inevitabile domanda: perché il gigante di Mountain View ha messo sul piatto una cifra vicina ai 12 miliardi di dollari per una simile operazione? Diversi sono stati i tentativi di dare una risposta definitiva al quesito, molti dei quali hanno fatto riferimento in maniera più o meno esplicita ai brevetti che Google otterrà in dotazione. Per smentire tali voci è però sceso in campo Eric Schmidt, ex CEO della società, secondo cui le motivazioni non sarebbero esclusivamente legate a tale aspetto.
Nel corso di una conversazione con Marc Benioff, CEO di SaleForce, Schmidt ha infatti tenuto a precisare come il valore dell’operazione Motorola vada ben oltre i 17.000 brevetti che andranno ad arricchire il già vasto portfolio della società di Mountain View, la quale potrà utilizzarli come arma di difesa nelle numerose cause che vedono Android imputato per violazioni della proprietà intellettuale. Insieme ai brevetti Google otterrà anche pieni diritti sui diversi prodotti realizzati dal comparto mobile di Motorola negli ultimi anni, tra i quali ve ne sarebbero a detta di Schmidt alcuni «assolutamente fantastici».
L’obiettivo del gigante delle ricerche nel web è dunque doppio: da un lato punta infatti a solidificare la barriera difensiva con la quale sta provando a rispondere agli attacchi legali provenienti da più fronti, Microsoft ed Apple in primis; dall’altro, invece, intende sfruttare le tecnologie e i dispositivi fabbricati da Motorola per estendere la propria presenza nel mercato della telefonia mobile, entrando direttamente in concorrenza con le suddette società. Ma non solo: tra le ipotesi giunte negli ultimi giorni v’è anche quella di un possibile tentativo da parte del gruppo di Mountain View di tentare la scalata nel mondo dei tablet, giocando sul prezzo per attrarre nuovi clienti da sottrarre ad Apple e dunque all’iPad.
Nel corso della stessa conversazione Schmidt ha poi riservato parole di stima nei confronti di Steve Jobs, ex collega ai tempi in cui era membro della board della società di Cupertino il quale ha recentemente abbandonato la propria carica ai vertici della Mela per motivi di salute. Secondo l’ex CEO di Google il lavoro di Jobs rappresenta il migliore mai fatto da un amministratore delegato negli ultimi 50 anni, ringraziando inoltre Apple per l’enorme progresso tecnologico di cui è stata fautrice, alzando l’asticella nel mondo dell’elettronica di consumo e dunque stimolando una continua competizione, basata sulla ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie.