Le media company dovrebbero comprendere che Google sta cercando in tutti i modi di non essere “evil” nel settore dell’advertising online. Questo, in estrema sintesi, il pensiero del CEO di Mountain View Erich Schmidt espresso nel corso di una intervista per il giornale statunitense The New Yorker. Secondo Schmidt, Google dovrebbe essere visto come un alleato delle media company, l’unico vero soggetto impegnato a far funzionare seriamente ed efficacemente l’advertising sul Web.
Per il CEO di Mountain View, cercare di mantenere attivo e funzionante il mercato dell’advertising sarebbe «un enorme imperativo morale» più che una semplice questione di business. Per ottenere questo risultato, la società di Schmidt è impegnata ormai da tempo nell’integrazione di nuove soluzioni per l’advertising tese ad attrarre nuovi investiori nella sua rete e in quella del Web. L’acquisizione di DoubleClick si innesta nella strategia per rendere ancora più aggressiva e funzionale l’offerta per le pubblicità online messa in campo da Google. Le conoscenze di DoubleClick nel settore dell’advertising grafico dovrebbero consentire a Google di fare breccia in un maggior numero di inserzionisti, spesso disincentivati a utilizzare il sistema di Mountain View per lo scarso supporto ricevuto nella fase di preparazione delle campagne pubblicitarie.
L’integrazione con DoubleClick consentirà, invece, di fornire un’unica piattaforma attraverso la quale gestire gli annunci e le strategie di marketing. «Integrando DoubleClick in un’unica interfaccia, possiamo offrire una singola piattaforma per gli inserzionisti che con il tempo inizieranno a generare introiti sempre più significativi per gli editori» ha dichiarato Schmidt durante l’intervista.
Sempre secondo il CEO di Google, per continuare a crescere, l’advertising online dovrà diventare sempre più pertinente non solo con le pagine Web, ma anche con i medesimi interessi degli utenti. Un passaggio non semplice, che dovrà partire dal monitoraggio dei gusti di ogni singolo internauta per creare campagne pubblicitarie altamente focalizzate e distanti, per esempio, dalle pubblicità generaliste e a pioggia della televisione, che Schmidt non ha esitato a definire una vera e propria perdita di tempo e denaro.
«L’obiettivo della società [Google, ndr] non è quello di monetizzare qualsiasi cosa. L’obiettivo è quello di cambiare il mondo» ha dichiarato con solennità il CEO di Mountain View, che ha poi confermato di credere nel famoso motto “don’t be evil”, ma di non esserne completamente dipendente per ogni singolo aspetto decisionale della società. Non è mancata, infine, qualche considerazione sul destino di YouTube, il portale di video sharing più utilizzato al mondo. Senza entrare particolarmente nei dettagli, Schmidt ha confermato le intenzioni di Google di riorganizzare in parte il famoso sito web, sia dal punto di vista della piattaforma, che deve supportare milioni di video ogni giorno, sia della generazione di nuovi introiti derivanti dalle inserzioni pubblicitarie, ancora in una fase di rodaggio.